di Antonio Battaglia – La popolazione italiana è stanca. Ormai i malumori sono tanti, troppi, difficili da arginare. Tra le proteste e gli scioperi, i cittadini tentano invano di far comprendere allo Stato che le varie soluzioni proposte per frenare l’emergenza Coronavirus non sono state adeguate.
Scontro sul coprifuoco
Scontro sul coprifuoco
La bozza del nuovo decreto sulle riaperture, pronta per essere firmata dal premier Mario Draghi, include tra le restrizioni per il contenimento della pandemia il coprifuoco dalle 22 che dovrebbe essere esteso fino al 31 luglio. Su questo punto è nato uno scontro. Scontro principalmente politico, con la Lega che ha fatto resistenza in consiglio dei ministri. Ma la polemica invade anche l’opinione pubblica, con molti cittadini che si chiedono se in estate dovranno rientrare in casa alle 22. Già, perché molte zone, soprattutto costiere, d’estate vivono fino a tardi. E queste regole non piacciono ai potenziali turisti, a tutti coloro che vorrebbero tornare a “respirare” almeno nei mesi estivi.
In tutto ciò si inserisce anche la protesta dei ristoratori. Che già premono per far sedere i clienti anche al chiuso e non solo all’aperto come prescrive il nuovo decreto. E che ora si chiedono come i clienti stessi potranno godersi una cena con l’ansia di tornare a casa presto. Il provvedimento potrebbe essere rivisto a fine maggio, a seconda di come si svilupperà la curva dei contagi, ma la prospettiva di queste restrizioni serali provocherà inevitabilmente un contraccolpo negativo rispetto alla speranza di avere un po’ di libertà in più che l’estate porta sempre con sé.
Lo sdegno sui social e la giornata di protesta
In tal senso, sono tante le voci di protesta che sono arrivate da più parti. Il coro si sposta principalmente sui social network: #coprifuoco è l’hashtag in tendenza su Twitter e la parola d’ordine è una sola, che ne chiede l’eliminazione. Ci sono diversi che sottolineano soprattutto come sia insensato mantenere il coprifuoco fino al 31 luglio, ovvero in piena stagione estiva, dopo averlo di fatto mantenuto da ottobre scorso, tenendo per gran parte dell’anno le attività di ristorazione e i bar chiusi. E c’è chi, addirittura, prova a organizzare una manifestazione che coinvolgerà tutte le città d’Italia.
Un passaparola che corre sui social, firmato da un generico quanto anonimo “Cittadini liberi”. Nel tam tam si fissa un appuntamento alle 22 dell’1 maggio. “Scenderemo liberamente per le strade – si legge – lo faremo per ribellarci alla misura del coprifuoco, misura che si vuole adottare anche nella prossima estate”. Una protesta pacifica, specificano “a piedi in macchina, in bici, in moto, come vi pare naturalmente festeggeremo la nostra voglia di liberarci dalla dittatura che avanza”. Poi l’appello aggiunge che “il coprifuoco è illegittimo e non tutela assolutamente la salute di nessuno. È arrivato il momento di contrapporre la nostra libertà alla dittatura. Se non lo faremo ora peggiorerà sempre più: gli ultimi mesi ne sono la conferma”.
Dietro l’iniziativa, sottolineano gli organizzatori, non c’è “nessuna forza politica, siamo solo liberi e tanti cittadini che vogliono riprendersi la legittima libertà. Scendete con noi, saremo in tanti a festeggiate la nostra festa e a decretare la loro fine”. In questo grido, quasi unanime, di protesta sono raccolte migliaia di persone che non capiscono i motivi del perdurare di questa misura. Un anno fa non era necessaria, mentre quest’anno saremo costretti a rincasare con due ore d’anticipo. Già, sembra essere solo una decisione politica, che nulla avrebbe a che vedere con esigenze di natura sanitaria.