E’ l’Eurospin il noto gruppo operante nel settore della grande distribuzione alimentare a cui stamane la Dia e il comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, coordinati dalla locale Procura Distrettuale Antimafia, hanno notificato un provvedimento con il quale il Tribunale reggino ha disposto l’applicazione dell’amministrazione giudiziaria. Il noto marchio è presente con oltre 100 punti vendita in Calabria e Sicilia, con un fatturato annuo di circa 900 milioni di euro e 2500 dipendenti.
Le ipotesi accusatorie
Le ipotesi accusatorie
Dalle indagini sarebbe emersa l’esistenza di un rapporto stabile “di oggettiva agevolazione tra l’esercizio delle attività economiche dell’impresa – in particolare l’espansione commerciale sul territorio – ed esponenti della ‘ndrangheta o collusi con questa”. L’edificazione e la ristrutturazione di alcuni punti vendita presenti nella città e nella provincia del capoluogo reggino sarebbero avvenuti attraverso imprese, formalmente intestate a prestanome, ma, di fatto, gestite da imprenditori contigui alla criminalità mafiosa locale, favorendo anche in maniera indiretta l’arricchimento delle consorterie criminali. In questo contesto sarebbe emerso che l’infiltrazione mafiosa avrebbe fortemente condizionato le scelte aziendali dell’impresa committente. Da qui l’amministrazione giudiziaria per il periodo di un anno.
Nelle 56 pagine del decreto del Tribunale delle Misure di Prevenzione di Reggio Calabria emergerebbero le responsabilità dei vertici di Eurospin Sicilia spa. In particolare, dalla nota, acquisita agli atti, dell’avv. Ciro Pellegrino, difensore del gruppo, e redatta dalla società di consulenza aziendale PriceWaterhouseCooper, si evidenzia “come i due responsabili della ‘governance’, fossero stati messi a conoscenza delle indagini svolte a carico dell’impresa Leg srl”. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Stefano Musolino, affidate alla Dia e alla Guardia di Finanza, pongono infatti in evidenza, in relazione alla realizzazione di un punto vendita Eurospin a Gallico (Reggio Calabria) del valore di circa 2,5 mln di euro, la presenza sul cantiere della Leg srl e la CCI srl, imprese cui fanno riferimento Giampiero Gangemi, Antonino Mordà e Domenico Gallo, indicati come vicini alle cosche di ‘ndrangheta Araniti e De Stefano. “Appare evidente – scrivono i giudici – con specifico riferimento all’espansione commerciale (di Eurospin Sicilia srl) a Reggio Calabria e nella sua provincia, il forte condizionamento di ingerenze mafiose, in specie la cosca De Stefano, e di imprese di fatto gestite da esponenti di rilievo della criminalità mafiosa locale, favorendone anche in maniera indiretta l’arricchimento, com’è emerso in maniera lampante nel cantiere di Gallico e di Siderno”.