Balzelli vari e contributi non versati per oltre 12 milioni di euro erano alla base delle ville, aziende e locali commerciali sequestrati all’imprenditore Rocco Mongiardo, 39enne residente a Bareggio (MI), ma originario del Catanzarese. La sezione autonoma misure di prevenzioni del Tribunale di Milano ha così disposto il sequestro di 11 immobili intestati alla “Immobiliare San Marco” di Bareggio – la “cassaforte” dell’impero costruito da Mangiardo – oltre a 90mila euro frutto della vendita di un appartamento e finanche quattro Rolex. L’uomo, finito prima in carcere e poi ai domiciliari nel febbraio del 2021 per bancarotta, è passato agli onori anche per una certa vicinanza ad ambienti malavitosi – seppure mai neppure indagato – e per il suo gergo un po’ troppo mafioso.
In alcune intercettazioni degli inquirenti, l’ex re delle discoteche e poi dominus delle carrozzerie dell’hinterland milanese, aveva usato epiteti come “ti strappo la giugulare” oppure “ti uccido a morsi”. Espressioni forti finite appunto nel faldone di accuse che portarono i finanziari a definirlo “contiguo al clan dei Musitano”. La cosca di ‘ndrangheta che da Locri ha allargato il suo predominio proprio in terra lombarda: Buccinasco e, appunto, Bareggio.
In alcune intercettazioni degli inquirenti, l’ex re delle discoteche e poi dominus delle carrozzerie dell’hinterland milanese, aveva usato epiteti come “ti strappo la giugulare” oppure “ti uccido a morsi”. Espressioni forti finite appunto nel faldone di accuse che portarono i finanziari a definirlo “contiguo al clan dei Musitano”. La cosca di ‘ndrangheta che da Locri ha allargato il suo predominio proprio in terra lombarda: Buccinasco e, appunto, Bareggio.
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