“Fai silenzio ca parrasti assai”, il boss Mancuso condannato per le minacce al pm Manzini

Il gup di Salerno lo ha condannato a un anno e tre mesi di reclusione. La vicenda trae origini dalle minacce proferite nel processo “Black Money” a Vibo

Il gup del Tribunale di Salerno ha condannato a un anno e tre mesi di reclusione il boss Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, 60 anni di Nicotera Marina per il reato di oltraggio a un magistrato in udienza aggravato dalle modalità mafiose. Il magistrato in questione è Marisa Manzini, attuale procuratore aggiunto a Cosenza ma all’epoca dei fatti sostituto procuratore della Dda di Catanzaro. La vicenda trae origini dalle minacce che il boss avrebbe proferito in un’udienza del processo “Black Money” che si stava celebrando a Vibo Valentia. Collegato in videoconferenza dal carcere dove si trovava recluso, Mancuso aveva urlato al pubblico ministero: “Fai silenzio, fai silenzio, fai silenzio ca parrasti assai, hai capito ca parrasti assi, fai silenzio ca parrsti assai”.

Il processo “Black money” e le minacce al pm

Il processo “Black money” e le minacce al pm

Le indagini sono state svolte dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia che aveva inviato un’informativa alla Procura di Salerno su quanto accaduto quel 16 ottobre del 2016 quando nel nuovo palazzo di giustizia di via Lacquari a Vibo Valentia, nel corso del processo “Black money”, Pantaleone Mancuso, collegato in videoconferenza dal carcere de L’Aquila, aveva chiesto ed ottenuto dal Collegio di rendere dichiarazioni spontanee dopo l’escussione del collaboratore di giustizia Andrea Mantella. Pantaleone Mancuso, oltre ad insultare Mantella, secondo l’accusa avrebbe finito per oltraggiare anche il pubblico ministero Marisa Manzini che si è costituita parte civile con l’avvocato Giovanna Fronte. (mi.fa.)

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