Nell’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro Paola Ciriaco e notificata dai carabinieri della Stazione di Catanzaro Lido nei confronti dell’ex candidato nelle liste a sostegno di Valerio Donato alle ultime amministrative Maurizio Caligiuri, 53 anni, di Catanzaro ed ex segretario del circolo del Pd di Santa Maria, compaiono i nomi di altri 32 indagati.
Tutti gli indagati e le ipotesi di accusa
Tutti gli indagati e le ipotesi di accusa
Sotto inchiesta Cosimo Berlingiere, 31 anni, Damiano Berlingiere, 45 anni; Gianluca Berlingieri, 44 anni; Luciano Berlingieri, 35 anni; Marcello Berlingieri, 41 anni; Massimo Berlingieri, 45 anni; Alessandro Bevilacqua, 33 anni; Cosimo Bevilacqua, 24 anni; Fiore Bevilacqua, 50 anni, Franco Simone Bevilacqua, 41 anni; Marco Bevilacqua, 34 anni; Massimo Bevilacqua, 45 anni; Massimo Bevilacqua 30 anni, Maurizio Caligiuri, 53 anni; Raffaele Caligiuri, 39 anni; Alessandro Critelli, 45 anni; Antonio Garcea, 32 anni, Maria Teresa Gariano, 36 anni; Nicola Manetta, 35 anni; Cosimo Passalacqua, 32 anni; Daniele Passalacqua, 32 anni; Donato Passalacqua,53 anni; Francesco Kevin Passalacqua, 27 anni; Giovanni Passalacqua alias U Murrune, 54 anni; Giovanni Passalacqua, 43 anni; Marco Passalacqua, 26 anni; Romina Passalacqua, 47 anni; Gianluca Pirroncello, 35 anni; Francesco Taverna, 39 anni; Theodoros Theodoropuulos, 35 anni; Cosimo Vecceloque Pereloque; 51 anni, Carlo Verni, 54 anni e Daniela Voci, 44 anni, quasi tutti di etnia rom, residenti a Catanzaro. Gli indagati rispondono a vario titolo di false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria, truffa aggravata ai danni dello Stato e procurata inosservanza della pena.
Il ruolo di Caligiuri
Secondo le ipotesi accusatorie, Maurizio Caligiuri, tra il 2016 e il 2022, si sarebbe reso responsabile dei reati di false dichiarazioni destinate all’Autorità giudiziaria, procurata inosservanza di pena e truffa aggravata ai danni dello stato. Il presidente di un’associazione del terzo settore formalmente deputata, tra le altre cose, al recupero e al reinserimento di soggetti di etnia rom della città, nel tessuto sociale mediante il loro impiego in attività lavorative alternative alla detenzione, tramite attestazioni risultate fittizie, avrebbe favorito l’inosservanza della pena a decine di persone. In particolare, all’associazione erano affidate persone che, sottoposte a misure alternative di pena come la messa alla prova o l’affidamento in prova, cui far effettuare lavori di pubblica utilità (come la pulizia di aree verdi del quartiere) o attività lavorative esterne, di fatto venivano invece lasciate liberi e senza controllo.
Bando da 130mila euro
Nel corso dell’attività investigativa, inoltre, si è accertato come l’associazione avesse partecipato, vinto e fittiziamente rendicontato un bando emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’inclusione scolastica dei cittadini Rom, ottenendo illecitamente una somma pari a 130mila euro. Le emergenze investigative hanno permesso di evincere come le attività previste dal bando di fatto non siano state svolte, arricchendo invece illecitamente il presidente dell’associazione. (g. p.)
(Per mero errore materiale in una precedente versione dell’articolo di cui sopra è comparso il nome del professore Valerio Donato come coinvolto nell’inchiesta, di cui è assolutamente estraneo. Ci scusiamo per quanto accaduto).