Il Consiglio di Stato ha confermato l’annullamento della laurea per una studentessa coinvolta nello scandalo degli esami falsi nella facoltà di Giurisprudenza dell’Umg di Catanzaro. Il caso, esploso circa quindici anni fa – esattamente nel 2007 – coinvolse decine di studenti. Le attività d’indagine partirono in seguito alla denuncia di un professore dello stesso Ateneo il quale si accorse della partecipazione ad una sessione di laurea di una studentessa che era convinto non avesse mai superato l’esame concernente la sua materia. Gli accertamenti degli inquirenti misero alla luce un vero e proprio sistema. Il processo che ne scaturì si concluse con la prescrizione di tutti gli imputati.
L’irregolarità degli esami
L’irregolarità degli esami
Ma l’università, nel frattempo, agì in autonomia nominando una Commissione istruttoria per verificare la regolarità di tutti gli esami sostenuti e dei titoli conseguiti nei confronti degli indagati. Nel caso della studentessa non risultavano le registrazioni degli esami di diritto civile, diritto del lavoro, diritto commerciale, diritto penale, storia del diritto italiano, di procedura civile, diritto amministrativo e di procedura penale. Nel suo fascicolo erano presenti le veline gialle a ricalco rispetto alle quali era stato acquisito il disconoscimento scritto della propria firma da parte dei docenti titolari delle materie appena richiamate.
Sulle medesime veline risultava, abbastanza riconoscibile, la diversità di alcuni elementi formali rispetto ai registri originali. Davanti alla mancanza nei registri della verbalizzazione degli esami per le citate materie e in presenza di una firma non riconosciuta sulle veline, l’Ateneo decise di annullare la laurea della studentessa. Il Tar della Calabria, aveva già rigettato il ricorso sulla base della seguente motivazione: “Nel merito, il provvedimento impugnato è adeguatamente motivato, con riferimento ad un’istruttoria approfondita ed esauriente, nel corso della quale sono state acquisite prove sufficienti a giustificare la decisione di annullamento. Né, trattandosi di autotutela doverosa, in presenza di false attestazioni riguardanti il superamento degli esami, l’assoluta prevalenza dell’interesse pubblico necessita di apposite argomentazioni aggiuntive. Tutte le ulteriori censure, aventi carattere formale, sono superate dalla riscontrata doverosità dell’azione di riesame”.