Fangopoli, il sistema del traffico dei rifiuti nel Catanzarese e la complicità dei dipendenti delle aziende

Formulari identificativi dei rifiuti falsi. Nell'inchiesta della Dda di Catanzaro i ruoli di titolari di aziende e dei loro autisti

Ricezione di fanghi mai conferiti o non smaltiti e sepolti nel terreno di uno stabilimento. False attestazioni di formulari identificativi dei rifiuti del datore di lavoro con la complicità dei dipendenti. Un meccanismo illecito quello che ha portato i carabinieri del Noe a notificare un’ordinanza di misura cautelare vergato dal gip Gabriella Pede nei confronti di 20 indagati (LEGGI, in un’attività di indagine nata dalla scoperta di un deposito incontrollato di rifiuti fognari trasportati da un veicolo appartenente alla società G&D Ecologica e da un controllo da parte del Nor della compagnia dei Carabinieri di Lamezia su un mezzo di trasporto della società che perdeva liquami e dal quale è emersa la presenza di un formulario identificativo dei rifiuti falso (Fir).

La falsificazione dei formulari e i ruoli degli indagati

La falsificazione dei formulari e i ruoli degli indagati

L’attività di intercettazione ha poi consentito di dare un volto e un nome ai principali attori di questo sistema illecito. Dalle conversazioni captate nei cellulari dei fratelli Rutigliano e dei dipendenti della G&D ecologica, è stato possibile scoprire il traffico di rifiuti, intorno al quale rivestono un ruolo principale Gioacchino Rutigliano ed Egidio Lista, quest’ultimo intermediario non autorizzato alla gestione di rifiuti, operante principalmente in Sicilia, procacciatore di siti di trattamento o smaltimento, individuati direttamente o tramite ulteriori persone. Dall’attività captativa si è appreso inoltre che gli indagati erano soliti falsificare i Fir, ogniqualvolta sorgeva un problema con le ditte conferitarie nell’accettazione dei carichi di rifiuti di cui erano consapevoli non solo Rutigliano, ma  i suoi dipendenti, autisti e altre società come la Costruzioni Bova srl, la Ecorec e Sabatino Salvatore D’Angela, titolare della ditta individuale Eco Saba Service. Rutigliano, secondo le ipotesi accusatorie era solito effettuare lo stoccaggio non autorizzato di rifiuti nella sede della propria società emettendo Fir falsi che attestavano il transito, molto spesso mai avvenuto nell’impianto della Ecorc e della Costruzioni Bova srl. Queste due ultime società avrebbero certificato falsamente la ricezione di fanghi, che in realtà o non venivano mai conferiti o come nel caso della Costruzioni Bova srl non venivano smaltiti secondo la procedura End of Waste, ma interrati in un terreno vicino allo stabilimento.  

“Tutti sapevano dell’attività illecita”

Attività illecita, alla quale avrebbero contribuivano fattivamente anche i lavoratori della G&D Ecologica spa, della Costruzioni Bova srl e della Ecorec. Antonella Vescio Campisano viene definita come colei che si interfaccia personalmente con Rutigliano e con altre società, raggiunge accordi sui conferimenti, consapevole dell’attività illecita svolta, esprimendo anche riserve nei confronti del propri datore di lavoro, così come  anche Anello risulta conoscere l’attività illecita di stoccaggio svolta dalla G&D Ecologica spa, intervenendo più volte nella risoluzione di problematiche via via venutesi a creare e finanche gli autisti delle società, tenuto conto che firmano i Fir falsi. Rutigliano si sarebbe servito nel corso del tempo dell’attività di intermediazione di Sabatino D’Angela, il quale prestava i propri servizi al costo di 5 euro a tonnellata, senza tuttavia essere in possesso delle autorizzazioni richieste per legge.  

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