“Lo stratega senza più strategia, ormai sempre più confinato ai margini della scena politica locale in cui appare schiacciato tra i blocchi in mano a Sergio Abramo e Piero Aiello, cerca abilmente di trovare conforto nell’invettiva personale.
E lo fa per buttarla in caciara, come si dice spesso in gergo, rispondendo a una disamina sull’andamento del voto alle Europee e alle Comunali di domenica scorsa proposta dal leader di Fare per Catanzaro, Sergio Costanzo, movimento di cui peraltro noi ci dichiariamo orgogliosamente membri. Il riferimento, neanche a dirlo, è al coordinatore provinciale di Forza Italia Mimmo Tallini, che invece di confutare le notizie diffuse in un comunicato stampa dallo stesso Costanzo si è lasciato andare a commenti sarcastici e offensivi sull’agire politico del nostro Sergio.
E lo fa per buttarla in caciara, come si dice spesso in gergo, rispondendo a una disamina sull’andamento del voto alle Europee e alle Comunali di domenica scorsa proposta dal leader di Fare per Catanzaro, Sergio Costanzo, movimento di cui peraltro noi ci dichiariamo orgogliosamente membri. Il riferimento, neanche a dirlo, è al coordinatore provinciale di Forza Italia Mimmo Tallini, che invece di confutare le notizie diffuse in un comunicato stampa dallo stesso Costanzo si è lasciato andare a commenti sarcastici e offensivi sull’agire politico del nostro Sergio.
Giudizi sconfinati in un ambito che a nostro avviso non avrebbe dovuto essere oggetto di discussione, involgendo la sfera umana di un pubblico amministratore sottoposto al vaglio degli elettori come tutti noi del resto. Ma c’è chi non l’ha pensata così, appunto scendendo su un terreno poco commendevole”.
A parlare in modo tanto netto e inequivocabile sono stati i componenti di Fare per Catanzaro Fabio Celia e Cristina Rotundo, che affiancano il loro capogruppo nel civico consesso e ne hanno preso le difese a spada tratta dopo l’asserito attacco subìto ad opera di Tallini:
“Smentiamo in maniera categorica la mancata condivisione delle scelte dell’amico Sergio. Concetto che intendiamo ribadire a chiare lettere. A riguardo è bene precisare che non solo non ne prendiamo le distanze quanto ne condividiamo il percorso, anche considerando il merito dell’ultima analisi delle risultanze elettorali di qualche giorno fa. Costanzo si è infatti limitato a osservare come Forza Italia abbia mostrato la corda. E non unicamente – hanno aggiunto – a livello nazionale, dimensione in cui in futuro potrebbe far registrare percentuali addirittura vicine alla soglia di sbarramento del 4%, essendo scivolata da circa il 30% del trionfo berlusconiano di più o meno 10 anni orsono al misero 8% di adesso che suona come una condanna. E l’arretramento, in fatto di consensi nelle urne, lo si riscontra anche in Calabria e nel suo capoluogo dove il partito del Cav va sì in doppia cifra, ma restando assai dietro al Pd e sentendo il fiato sul collo di Fratelli d’Italia. Che dire poi delle Amministrative nei vari centri del catanzarese, in cui si votava, con un’Fi costretta a incassare tante cocenti sconfitte”.
Celia e Rotundo, quindi, nella loro nota hanno rinnovato la fiducia a Costanzo e rincarato la dose rispetto al commento sulla tornata elettorale di questo fine maggio: “Stia inoltre attento il ‘censore’ Tallini perché, nel giudicare il centrosinistra in cui militiamo, parlando di frizioni, divisioni e reiterate battute d’arresto, non si avvede del grosso rischio, o forse finge di non vederlo, che sta correndo: una totale emarginazione politica. Che si concretizzerebbe se si dovesse affermare la diarchia composta da Lega e Fdi, con la candidatura a governatore di Wanda Ferro o chi per lei. Fatto che per il caro Mimmo e la sua Forza Italia, in quel caso mollati pure da uno scaltro e opportunista Abramo pronto al cambio di fronte in base a ‘come butti’, si tradurrebbe in un’iscrizione nel novero degli ex. Stia allora all’erta l’amico Mimmo, che corre il pericolo di essere avviato sul viale del tramonto senza troppi convenevoli. Un mesto finale di carriera – hanno chiosato in modo caustico – per uno che peraltro mai ha smesso di rivendicare il potere di dare le carte. Altro che pagelline ed elucubrazioni su avversari e persino alleati, dunque. Tallini mediti invece sull’emorragia di preferenze patita da Fi e la perdita di pezzi del partito, abbandonato nella civica assise pure da Giovanni Merante e Antonio Triffiletti che hanno forse anzitempo fiutato l’evidente difficoltà in cui annaspa da molti mesi il maggiorente forzista”.