di Gabriella Passariello- Si terrà domani l’interrogatorio di garanzia di Domenico Tallini, l’ex presidente del Consiglio regionale della Calabria, raggiunto da una misura cautelare agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione “Farmabusiness” eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Catanzaro sotto il coordinamento della Dda del capoluogo calabrese guidata da Nicola Gratteri. Tallini, assistito dal legale Enzo Ioppoli, davanti al gip Giulio De Gregorio firmatario dell’ordinanza, potrà decidere se difendersi dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico-mafioso o avvalersi della facoltà di non rispondere. Secondo le ipotesi di accusa formulate dai sostituti procuratori della distrettuale Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, l’ex consigliere regionale, pur non facendone organicamente parte, avrebbe concorso nella partecipazione all’associazione di ‘ndrangheta dei Grande Aracri di Cutro. “In qualità di assessore regionale fino al 2014 e quindi candidato alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale in quello stesso anno”, avrebbe fornito un contributo concreto al rafforzamento delle capacità operative dell’associazione.
Voto di scambio
Voto di scambio
In cambio del sostegno elettorale, avrebbe promesso la sua disponibilità nei confronti dell’organizzazione di ‘ndrangheta per garantire ai referenti del sodalizio le condizioni per l’avvio prima e l’effettivo esercizio poi dell’attività imprenditoriale della distribuzione all’ingrosso dei prodotti farmaceutici. Avrebbe speso il suo nome negli uffici pubblici per agevolare l’iter burocratico per il rilascio delle necessarie autorizzazioni, al fine di realizzare il consorzio “Farma Italia” e la società “Farmaeko srl” che prevedeva la distribuzione dei medicinali da banco sul territorio nazionale. E inoltre, avrebbe promosso “la nomina del responsabile del relativo ambito amministrativo regionale concorrendo a indurre le persone proposte a rilasciare la documentazione amministrativa, concorrendo nei progetti commerciali inerenti la distribuzione dei farmaci”.
L’assunzione del figlio
Tallini, scrivono ancora gli inquirenti, “pur consapevole del reimpiego di capitali illeciti, provenienti dal delitto associativo di stampo ‘ndranghetistico, concorreva nei progetti commerciali inerenti la distribuzione dei farmaci” imponendo anche l’assunzione del figlio e il suo ingresso nella Farmaeko come consigliere, in modo tale da contribuire all’evoluzione dell’attività imprenditoriale del consorzio farmaceutico, fornendo il suo contributo, le sue competenze e le sue conoscenze anche nel procacciamento di farmacie da consorziare. Avrebbe rafforzato la capacità operativa del sodalizio nel controllo di attività economiche sul territorio, “incrementando la percezione della capacità di condizionamento e, correlativamente, di intimidazione del sodalizio, accrescendo la capacità operativa e il prestigio sociale e criminale” del clan.
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