di Mimmo Famularo – Un uomo in grado di spianare ogni “asperità” e addirittura di “spostare una montagna”. Così viene descritto Mimmo Tallini nell’inchiesta “Farmabusiness” che all’alba di ieri ha portato all’arresto di 19 persone. Un capitolo dell’ordinanza firmata dal gip distrettuale Giulio De Gregorio è dedicata agli interventi effettuati in Regione dal potente e influente politico catanzarese finito ai domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico-mafioso.
Il duplice ruolo di Tallini
Il duplice ruolo di Tallini
Al centro di tutto c’è la costruzione del Consorzio per la distribuzione di farmaci per il quale è necessario ottenere l’apposita autorizzazione da parte della Regione Calabria. Per ottenerla si rivelano fondamentali gli interventi di Tallini che stringe con Domenico Scozzafava un patto elettorale ma anche un’alleanza imprenditoriale. Il primo passo è la scelta del capannone e le relative trattative per l’acquisizione. Siamo alla vigilia delle festività natalizie del 2013 e le “entrature” negli uffici regionali dell’allora assessore al Personale sono di prima qualità. Il suo interesse è duplice come spiega il gip nell’ordinanza: “Sul fronte imprenditoriale il suo diretto interessamento anche alla scelta del capannone e alle trattative per acquisirlo dimostrano che egli aveva fiutato sin dall’inizio la possibilità di una sua compartecipazione all’attività imprenditoriale. Sul fronte politico, egli aveva già un saldo accordo con Scozzafava come dimostrano gli atti relativi alla formazione delle liste per le candidature alle elezioni amministrative nel Comune di Sellia Marina e la proiezione degli interessi del Tallini in ambito regionale”.
Filo diretto con l’assessore
Il primo ostacolo da superare è rappresentato da una dirigente della Regione Calabria, responsabile dell’U.O. “Farmacie” e del monitoraggio “Parafarmacia” al Dipartimento Tutela della Salute. È il 13 dicembre del 2013 e, secondo quanto accertato dagli inquirenti, quel giorno Tallini riusciva a procurare a Domenico Scozzafava, Paolo Del Sole e Raffaele Sisca un incontro con la funzionaria in questione preposta al rilascio delle “autorizzazioni e alle fattibilità di distributore e depositario di medicinali”. “La conversazione – osservano i pm – non può avere altra finalità che quella di far capire alla funzionaria che ‘loro’ avevano un filo diretto con l’assessore e che la cosa interessava direttamente così da tentare di ammorbidirla”. Gli investigatori intercettano anche una telefonata nello stesso pomeriggio dell’incontro tra Tallini e Scozzafava. Si tratta di una conversazione che avviene in linguaggio criptico con Scozzafava che conferma: “La vecchia e grossa ha trovato difficoltà… ma comunque ci parli tu”. Si confidava quindi nell’intervento “persuasivo” di Tallini per smuovere la dirigente definita in modo dispregiativo come “una grassona indisponente e pignola”. È il primo di una serie di “pressioni” effettuate dall’allora assessore al Personale negli uffici regionali allo scopo di rimuovere tutti gli ostacoli alla realizzazione del progetto. “L’intervento di Tallini – si legge nell’ordinanza – spianerà ogni asperità che si presentava sul cammino amministrativo della costruzione del Consorzio e farà addirittura ‘spostare una montagna’, vale a dire che utilizzando il suo potere di assessore regionale riorganizzerà il Dipartimento interessato facendo sì che una persona ‘gradita’ potesse assumere l’atto autorizzativo”.