di Gabriella Passariello- Dall’affare sui farmaci, ai rapporti con l’allora assessore Domenico Tallini, oggi consigliere regionale, alla figura di Domenico Scozzafava. Giovanni Abramo, 45 anni, di Crotone, coinvolto nell’inchiesta Farmabusiness, con l’accusa di intestazione fittizia di beni, per avere, in concorso con il cugino Salvatore Grande Aracri e altre persone, costituito imprese e società quali il consorzio Farmaitalia e la società Farmaeko srl, operando nel mercato dell’ingrosso farmaceutico, per conto della famiglia Grande Aracri, ha voluto vuotare il sacco. Ha chiesto di essere sentito dal pm della Dda di Catanzaro Domenico Guarascio, interrogatorio avvenuto il 21 gennaio scorso.
L’interrogatorio inedito del cugino di Salvatore Grande Aracri
L’interrogatorio inedito del cugino di Salvatore Grande Aracri
Si tratta di un fatto inedito, emerso dagli atti allegati all’avviso di conclusione delle indagini preliminari e non contemplato nel carteggio dell’ordinanza che il 19 novembre dell’anno scorso ha portato i carabinieri a notificare diciannove misure cautelari con le accuse a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, voto di scambio politico mafioso, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, ricettazione, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, concorso esterno in associazione mafiosa. Per circa un’ora, “il socio occulto” di tutta una serie di società, definito dagli inquirenti il rappresentante della famiglia Grande Aracri ha riferito che nel 2014 era uscito dal carcere e venne a trovarlo a Cutro il cugino Salvatore Grande Aracri, figlio di Franco, proponendogli un affare. Salvatore Grande Aracri aveva conosciuto due persone, Paolo De Sole e Walter Manfredi e con loro voleva aprire un capannone per poter installare nella zona tra Catanzaro e Crotone un ingrosso di farmaci, da rivendere poi alle singole farmacie del comprensorio. “Mi spiegava che era un affare molto redditizio e si presentò da me sia per poter finanziare il fitto del capannone e l’acquisto di beni strumentali per attivare l’affare e sia perché voleva che io mi occupassi di compulsare qualcuno a livello regionale per ottenere le necessarie autorizzazioni. Mi spiegava infatti che questa attività doveva essere autorizzata dalla Regione”.
I legami con la Catanzaro bene
Nel corso del dialogo avvenuto con il cugino Salvatore, quest’ultimo gli disse chiaramente di poter contare sulla disponibilità dell’assessore Tallini, che aveva conosciuto tramite Domenico Scozzafava, ben inserito nella Catanzaro bene. “Siccome mio cugino Salvatore garantiva la disponibilità di Tallini, io dissi che non serviva che mi attivassi per compulsare altri politici locali e promisi a mio cugino soltanto di entrare nel business finanziandolo”. Gli consegnò 50mila euro in contanti, somma che doveva essere investita nell’affare, spiegando la provenienza di questi soldi: “Sono proventi illeciti che io avevo guadagnato “nell’affare Oppido”, vicenda già trattata nel processo Aemilia. In pratica provenivano da una truffa perpetrata nei confronti di un Ente statale, in cui gli imprenditori della famiglia Oppido si erano accaparrati fittiziamente un finanziamento statale. Essendo loro cutresi, una quota di tale truffa me la consegnarono. Mi pare per una cifra intorno agli 80mila euro”. Rispondendo alle domande del pubblico ministero della distrettuale, Abramo ha ribadito che è stato il cugino Salvatore Grande Aracri a riferirgli di aver conosciuto personalmente l’assessore Tallini e suo figlio Giuseppe, “che tra l’altro so anche essere stato impiegato in questa azienda”. Abramo ha confermato la sua presenza all’incontro tenutosi alla tavernetta nel giugno 2014 dove c’erano anche sua suocera Giuseppina Mauro (moglie del boss Nicolino Grande Aracri), Salvatore Grande Aracri, Domenico Scozzafava e Leonardo Villirillo, precisando che quest’ultimo era il ragioniere di Salvatore Grande Aracri, senza però saper fornire ulteriori dettagli circa le sue mansioni rispetto all’affare.
L’appoggio elettorale chiesto ai Grande Aracri
Incalzato dalla Dda sull’utilità che Tallini avrebbe potuto ottenere nell’aiutare il cugino Salvatore Grande Aracri nell’impresa, Abramo ha risposto: “Tallini conosce bene la nostra famiglia e le nostre potenzialità. Scozzafava e mio cugino Salvatore mi spiegarono che Tallini voleva poi appoggi elettorali da parte della nostra famiglia. Ricordo proprio di precise richieste da parte di Scozzafava e di mio cugino in tal senso, fattemi personalmente”, ma non ha saputo riferire in che misura la sua famiglia abbia appoggiato alle elezioni Tallini. “Su questo non so riferire, in quanto io venni poi arrestato a gennaio 2015, ma confermo le richieste pervenuteci, tramite Scozzafava”. Circa i suoi rapporti con personaggi catanzaresi coinvolti nell’affare dei farmaci, come Pancrazio Opipari, Abramo ha sottolineato di “non aver avuto rapporti con questi soggetti, ma ritengo che li abbia conosciuti mio cugino Salvatore Grande Aracri”.
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