Una memoria difensiva di 400 pagine, allegati compresi. E’ quanto depositato dagli avvocati Dario Gareri e Andrea Gareri dinnanzi al Tribunale del Riesame di Catanzaro nel corso dell’udienza in cui si è discussa la posizione di Domenico Scozzafava, il 39enne antennista di Catanzaro arrestato lo scorso 19 dicembre nell’ambito dell’inchiesta “Farmabusiness” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ha svelato una serie di presunti intrecci tra la ‘ndrangheta, l’imprenditoria e la politica nella distribuzione dei farmaci. La difesa dell’indagato ha chiesto la scarcerazione del proprio assistito e, in subordine, l’affievolimento della misura cautelare. Si è trattato di un’udienza fiume nel corso della quale l’avvocato Gareri ha provato a smontare il castello accusatorio della Dda respingendo ogni singolo addebito contestato a Scozzafava. I giudici si sono riservati la decisione che arriverà entro le prossime 48 ore.
La “cerniera” tra ‘ndrangheta e politica
La “cerniera” tra ‘ndrangheta e politica
Lo scorso 21 novembre era comparso davanti al gip Giulio De Gregorio che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. In quell’occasione aveva deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere per studiare meglio le carte giudiziarie. Le stesse carte che lo accusano di essere una sorta di “cerniera” tra politica, imprenditoria e ‘ndrangheta. L’antennista di Catanzaro, ritenuto socio in affari con Tallini e uomo di fiducia dell’ex presidente del Consiglio regionale, deve rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso. Secondo i magistrati della Dda, sarebbe vicino al clan dei Gaglianesi. Gli inquirenti lo inquadrano come “partecipe del sodalizio con rapporti diretti con i vertici della cosca della quale si è posto a totale disposizione, fornendo un importante contributo attivo”, “occupandosi degli interessi economici” del clan, “con riguardo agli investimenti dei proventi dell’attività della consorteria e la cura delle operazioni imprenditoriali”. Secondo la Dda di Catanzaro Scozzafava avrebbe anche partecipato “alla riunione, con altri esponenti di vertice del sodalizio, in cui se ne stabilivano le strategie, esprimendo la consapevole e volontaria partecipazione all’associazione ‘ndranghetistica, la osservanza delle sue gerarchie e regole, la fedeltà alle direttive ricevute, il perseguimento dell’interesse dell’organizzazione, utilizzando in modo costante il rapporto con gli altri associati come forma di espansione della capacità di condizionamento e il controllo del sistema economico nell’area del Catanzarese”. (mi.fa.)