Con una condanna e un’assoluzione si è concluso il processo con rito abbreviato per due coniugi di Catanzaro, accusati di bancarotta fraudolenta. Il gup Paola Ciriaco ha condannato Alessandra Albanese, 52 anni, di Catanzaro, difesa dal legale Armodio Migali, a un anno, quattro mesi di reclusione, con beneficio della sospensione della pena e la misura accessoria dell’interdizione (per gli stessi anni della pena) dall’esercizio dell’impresa commerciale ubicata a Magisano, mentre ha assolto, per non aver commesso il fatto, Rosario Federico, 51 anni di Catanzaro, difeso dall’avvocato Antonello Talerico.
Le ipotesi di accusa
Le ipotesi di accusa
Secondo le ipotesi di accusa i due coniugi, rispettivamente amministratore formale e di fatto dell’omonima impresa individuale avente ad oggetto la vendita al dettaglio di medicinali, avrebbero distratto, occultato, dissimulato e addirittura distrutto i beni dell’impresa e i ricavi derivanti dalla loro cessione. In particolare avrebbero dissipato l’importo di 290.787 euro, destinati a spese di natura personale. Ma c’ era dell’altro sempre secondo le ipotesi accusatorie. Albanese e Federico avrebbero sottratto e distrutto in parte i libri e le scritture contabili o comunque li avrebbero tenuti in modo tale da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari con lo scopo di procurare a sé e ad altri un ingiusto profitto, danneggiando i creditori. (g. p.)