(g. c.)- Oggi, ha inizio la tanto famigerata e tanto attesa fase 2, che gli esperti e la comunità scientifica definiscono la fase di “convivenza col virus” .
Ricominciare, rappresenta un atto dovuto dopo 54 giorni di blocco totale, seppur in misura graduale, con prossime aperture programmate nelle prossime settimane.
Ricominciare, rappresenta un atto dovuto dopo 54 giorni di blocco totale, seppur in misura graduale, con prossime aperture programmate nelle prossime settimane.
Tutto ciò, per far sì che i cittadini inizino ad abituarsi a questo inusuale, ma utile modo di vivere la nostra nuova quotidianità, per testare una nuova mappa di eventuali contagi in seguito alla nuova fase.
Utilizzo dei dispositivi di protezioni individuali, come mascherine, igienizzazione frequente delle mani e distanziamento fisico rappresentano le sole armi che abbiamo a disposizione per limitare e sconfiggere nel tempo il virus.
Potremmo definire la fase 2 come la “fase della responsabilità”, nella quale ognuno di noi con questi piccoli ma importanti accorgimenti può fare molto per raggiungere l’obiettivo di tutelare la salute pubblica e di conseguenza rimettere in moto una macchina economica bruscamente interrotta.
La fase 2, nella sua prima fase non rappresenterà un liberi tutti, lo ha ribadito il Premier Conte e molti virologi di fama mondiale, lo hanno ribadito molti sindaci nelle loro ordinanze, anzi, rispetto ai primi 54 giorni di lockdown sono poche le restrizioni abolite rispetto all’ ultimo DPCM.
Se è vero che possiamo permetterci la facoltà di fare una passeggiata, questa deve avvenire muniti di mascherina e con la giusta distanza fisica gli uni dagli altri, come sarà possibile far visita ai propri congiunti, andare al cimitero e mercati alimentari all’aperto.
Così come non sono poi molte le attività che ripartiranno domani in Calabria, poiché il manifatturiero è veramente poca cosa rispetto al centro nord, ma ripartiranno bar e ristoranti seppur solamente in modalità asporto.
Gradualità e responsabilità sono d’obbligo in questo periodo per non vanificare gli sforzi fin qui fatti in questi due mesi.
Partiamo, quindi, da un principio che tre economisti di fama internazionale hanno espresso attraverso uno studio /ricerca :
la pandemia deprime l’economia, le misure per la salute pubblica no.
Ad elaborare questo sano concetto sono stati gli economisti Emil Verner della School of Management del Mit, Stephan Luck della Fed di New York e Sergio Correia che siede nel board della Federal Reserve.
Nel loro studio si sono chiesti quali sono le conseguenze economiche di una pandemia e quali i costi economici e i benefici delle misure di lockdown utilizzando i dati statistici dell’influenza “spagnola” molto simile per sintomatologia e misure attuate al nuovo Coronavirus.
Dai dati raccolti della pandemia del 1918 che si prolungo fino al 1920 hanno evidenziato, analizzando differenti parametri, che le città americane che avevano applicato misure stringenti tempestive e prolungate nel tempo hanno registrato maggiori percentuali di crescita economica (reddito procapite, tasso di disoccupazione, nuove imprese nate) nel post pandemia.
La pandemia è vero che deprime l’economia, ma è anche vero che le misure di contenimento seppur incidendo negativamente sui dati economici di breve periodo nel medio lungo periodo favoriscono la ripresa.
Per la nostra regione la Fase 2 ha una valenza decisamente molto importante, da oggi in poi noi calabresi, tutti indistintamente, getteremo le basi affinché il virus scompaia dalla nostra vita e costruiremo fondamenta solide per una ripresa economica che la Calabria attende da così tanto tempo. Sta a noi decidere quale strada imboccare, la parola d’ordine, però, rimane una: “responsabilità”.