Da giorno 4 maggio inizia la fase 2 prevista per accompagnare la popolazione ad una sorta di “normalità” che molto probabilmente non rivedremo più per molto tempo ancora, almeno fino a quando le terapie non saranno efficaci e fino a quando non verrà testato un vaccino valido e sicuro.
Proprio da questa fatidica data, ci sarà una graduale riapertura nelle settimane successive delle attività commerciali interessate dalle chiusure imposte dal lockdown.
Proprio da questa fatidica data, ci sarà una graduale riapertura nelle settimane successive delle attività commerciali interessate dalle chiusure imposte dal lockdown.
Le attività che hanno risentito maggiormente della chiusura sono le attività di ristorazione, bar e turistico alberghiere.
Un settore che, vista la peculiarità delle attività svolte, incentrate sulla socialità e sulla convivialità, hanno da subito risentito delle restrizioni pre lockdown e successivamente il colpo inferto dalla chiusura ha determinato un crollo degli incassi e blocco totale della catena dei pagamenti .
Ma il futuro, non appare roseo per gli addetti del settore food in Calabria, numerose, sono le attività che hanno già deciso di far ripartire i loro motori nei mesi di settembre quando ormai si ipotizza e si spera che saremo già fuori dall’ emergenza.
Insomma, una fase 2, ricca giustamente di restrizioni, che produrrà una notevole riduzione dei coperti e degli accessi che tradotto in soldoni vuol dire calo del fatturato e perdita di tanti posti di lavoro in una regione già martoriata dalla disoccupazione.
Una situazione drammatica per un settore che ha dimostrato coi fatti di essere il biglietto da visita di una Regione che ambisce coi fatti degli imprenditori di essere tra le prime in ambito turistico, ricettivo e ricreativo.
Ma mal supportata da uno stato centrale, ed enti decentrati che ancora non hanno ben compreso la gravità della situazione economica in cui versa il paese.
( Giovanni Caglioti)