Fase 2, Regioni: “Governo adotti nuovo Dpcm entro il 17 maggio”

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Il governo adotti “entro il 17 maggio” un nuovo Dpcm “per consentire alle Regioni di procedere autonomamente, sulla base delle valutazioni delle strutture tecniche e scientifiche dei rispettivi territori, a regolare le riaperture delle attività”.

E’ un passaggio dell’ordine del giorno sulla Fase 2 consegnato dalla Conferenza delle Regioni all’esecutivo. I presidenti chiedono anche che dal prossimo 11 maggio “possano procedere ad anticipare la riapertura dei settori del Commercio al dettaglio fermo restando la necessaria sottoscrizione dei relativi protocolli di sicurezza con le parti sociali a tutela dei lavoratori”.“Si sta assistendo positivamente in questi giorni – si legge nel documento – alla ripresa graduale delle attività produttive che in forza di precedenti decreti avevano sospeso le attività”. Ma “Il Dpcm 26 aprile 2020 nonostante le prime indicazioni per la riapertura non ha previsto un cronoprogramma relativamente alle numerose attività ancora sospese o chiuse”. Secondo le Regioni “una sospensione prolungata” delle “attività economiche non contemplate nel decreto mette fortemente a rischio la sopravvivenza di migliaia di attività economiche, determinanti per le diverse economie regionali e per la tenuta del tessuto sociale del Paese”. Le Regioni avanzano le loro richieste anche sulla base dei dati epidemiologici che “sono in costante diminuzione in tutto il territorio nazionale”, e vista l’attivazione “di un sistema di monitoraggio da parte del Ministero della Salute per verificare eventuali recrudescenze dell’epidemia e monitorare il rischio contagio” e considerato anche che “il livello di saturazione delle strutture ospedaliere è in costante diminuzione”.

E’ un passaggio dell’ordine del giorno sulla Fase 2 consegnato dalla Conferenza delle Regioni all’esecutivo. I presidenti chiedono anche che dal prossimo 11 maggio “possano procedere ad anticipare la riapertura dei settori del Commercio al dettaglio fermo restando la necessaria sottoscrizione dei relativi protocolli di sicurezza con le parti sociali a tutela dei lavoratori”.“Si sta assistendo positivamente in questi giorni – si legge nel documento – alla ripresa graduale delle attività produttive che in forza di precedenti decreti avevano sospeso le attività”. Ma “Il Dpcm 26 aprile 2020 nonostante le prime indicazioni per la riapertura non ha previsto un cronoprogramma relativamente alle numerose attività ancora sospese o chiuse”. Secondo le Regioni “una sospensione prolungata” delle “attività economiche non contemplate nel decreto mette fortemente a rischio la sopravvivenza di migliaia di attività economiche, determinanti per le diverse economie regionali e per la tenuta del tessuto sociale del Paese”. Le Regioni avanzano le loro richieste anche sulla base dei dati epidemiologici che “sono in costante diminuzione in tutto il territorio nazionale”, e vista l’attivazione “di un sistema di monitoraggio da parte del Ministero della Salute per verificare eventuali recrudescenze dell’epidemia e monitorare il rischio contagio” e considerato anche che “il livello di saturazione delle strutture ospedaliere è in costante diminuzione”.
Redazione Calabria 7

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