“Dal 18 maggio si apre la Fase 2 e la Calabria del Lavoro, dei cittadini e della società civile può ripartire e guardare, con ottimismo al futuro se pur non sottovalutando la paventata riproposizione di una nuova “ondata di ritorno”, che a detta di tanti scienziati potrebbe avvenire in autunno.
Ciò impone alla nostra regione, considerato che risultiamo essere agli ultimi posti in tema di strutture sanitarie e tecnologiche, che si debba da subito, organizzarsi e strutturarsi, “reclutando” per tempo le necessarie professionalità occorrenti in materia scientifica e medica, per non farci trovare impreparati”. Lo si legge in una lettera aperta inviata dall’Ugl alla presidente della Regione Calabria, Jole Santelli. L’Ugl propone “la creazione di un Centro Covid Center, prendendo esempio dalla Regione Marche, che abbia anche la caratteristica di essere polifuzionale, con figure professionali reclutate attraverso un bando pubblico, con modalità corrette e trasparenti. La location – si legge nella lettera – potrebbe essere ubicata presso il Campus di Germaneto o in qualche struttura abbandonata o da recuperare”.
Ciò impone alla nostra regione, considerato che risultiamo essere agli ultimi posti in tema di strutture sanitarie e tecnologiche, che si debba da subito, organizzarsi e strutturarsi, “reclutando” per tempo le necessarie professionalità occorrenti in materia scientifica e medica, per non farci trovare impreparati”. Lo si legge in una lettera aperta inviata dall’Ugl alla presidente della Regione Calabria, Jole Santelli. L’Ugl propone “la creazione di un Centro Covid Center, prendendo esempio dalla Regione Marche, che abbia anche la caratteristica di essere polifuzionale, con figure professionali reclutate attraverso un bando pubblico, con modalità corrette e trasparenti. La location – si legge nella lettera – potrebbe essere ubicata presso il Campus di Germaneto o in qualche struttura abbandonata o da recuperare”.
E si “potrebbero utilizzare parte delle somme che da anni risultano ferme e destinate all’edilizia sanitaria e all’acquisto di nuove tecnologie”, è il suggerimento dell’Ugl. “Potrebbero altresì essere utilizzati i fondi europei (MES) qualora il Governo decidesse di aderire. La pandemia, ancora in atto, ci dà l’occasione e l’opportunità, di recuperare parte del terreno perso nella sanità pubblica calabrese, – continua la missiva – che da sempre ci vede costretti a emigrare in strutture del nord Italia per farci curare,considerato che si sono depauperate le strutture portanti regionali sanitarie per favorire, in molti casi, interessi di privati, peraltro foraggiati da politici intrallazzatori”.
“Si corra ai ripari e si investa sulla ricerca, si è svuotato nel tempo il CNR di Piano Lago, – sottolinea l’Ugl – un fiore all’occhiello nella ricerca in Neurologica, Fisiologia Molecolare ecc. che ha visto negli anni la decurtazione sistematica delle somme ad esso destinate dalla Regione, ma che l’Asp ha trasferito verso strutture private (si interroghi, in merito, la politica di infimo livello)”. “Nulla in contrario verso l’utilizzo delle strutture private, se non ledono il diritto della Sanità pubblica e la Ricerca, – si legge ancora – che riteniamo siano altra cosa e di fondamentale importanza”.
“Occorre, a nostro avviso, creare una stretta collaborazione con le Università della Calabria e con gli Enti di Ricerca e con esse sviluppare sistemi innovativi in materia tecno-scientifico, – dicono i dirigenti dell’Ugl – avvalendosi di risorse intellettuali, altamente qualificate, che, erroneamente, non consideriamo appieno, ma che tante soddisfazioni in questi anni ci hanno dato nel campo del la ricerca. Sarebbe opportuno costituire una rete regionale con Associazioni di Medici, Ricercatori ed Operatori Sanitari, che riteniamo essere le “sentinelle” sanitarie sul territorio, (basti osservare il ruolo evidenziato dagli stessi nel centro- nord dell’Italia), dotandoli di sistemi informativi con i quali possano interagire tra di loro, per scambi di informazioni su tutto il territorio regionale da trasferire per eventuali allert alle ASP; abilitarli alla richiesta di tamponi e prove sierologiche e quant’altro sia ritenuto necessario a monitorare l’emergenza epidemiologica Covid-19 ed il decorso nella nostra Regione”.
Ma anche, dice l’Ugl, è “auspicabile che il sistema informatico anzidetto converga su un più qualificato sistema sanitario regionale, ove esperti analisti al ramo possano acquisire dati attendibili a patologie riscontrate, frequenza, picchi, insorgenze di vecchie e nuove patologie, ed altro”. Indispensabile anche “ricorrere all’ampliamento delle piante organiche nei presidi ospedalieri della Calabria” poiché “ci risulta per via informale, – scrive l’Ugl – che il centro Covid19 dovrebbe essere costituito da 43 operatori ma ne risultano in pianta organica 15”. La lettera termina con un invito: “la politica deve ascoltare le Forze Sociali ed unitamente, tracciare il percorso socioeconomico di una comunità che deve avvalersi di professionalità ed intelligenze, figli di questa Terra, che siano in grado di far fare quel salto di qualità che da troppo tempo latita”.
Redazione Calabria 7