Dall’uno al tre settembre Vibo ospiterà la festa regionale dell’Unità. Una tre giorni di eventi, dibattiti, concerti che si concluderà con l’intervento finale della segretaria nazionale del Partito democratico Elly Schlein. Il popolo del centrosinistra si ritroverà in Piazza Municipio per parlare di Pnrr, sanità, legalità e libertà di informazione, lavoro e salario minimo, diritti civili e welfare in salsa calabrese. Tra gli interlocutori il gotha del Pd: il segretario regionale Nicola Irto, la presidente dell’Assemblea Giusy Iemma, i consiglieri regionali Ernesto Alecci, Raffaele Mammoliti, Franco Iacucci, Domenico Bevacqua, ma anche l’intramontabile Enza Bruno Bossio, l’onnipresente Carlo Guccione, i “nominati” Nico Stumpo e Jasmine Cristallo ma anche volti nazionali del calibro di Pina Picierno, Alessandro Alfieri, Marco Sarracino e Francesco Boccia. Di tutto, di più. Sindaci, sindacalisti, economisti come Damiano Silipo ma anche dirigenti locali sconosciuti ai più.
Il grande assente
Il grande assente
Più che i presenti fa notizia un’assenza: quella di Enzo Romeo, già presidente della Provincia di Vibo Valentia, attualmente presidente del centro studi e ricerche “Progetto Vibo Valentia”, fino allo scorso anno anche presidente provinciale del Partito democratico e oggi componente della direzione provinciale. Non proprio uno qualsiasi. Al di là del curriculum e degli incarichi passati e presenti, Enzo Romeo è soprattutto l’aspirante candidato a sindaco di Vibo in quota Pd. Da un anno gira in lungo e in largo la città, partecipa a incontri, alimenta i dibattiti, produce idee e consensi, si dice abbia già pronta una lista da presentare alle elezioni comunali del 2024. Il suo nome non è tuttavia presente nel lungo elenco di personalità di diverso calibro chiamate a intervenire. Un vero e proprio giallo che alimenta più di un sospetto. Perché l’aspirante candidato a sindaco di Vibo (tra l’altro molto temuto a destra) non è stato invitato? Non sarebbe stata l’occasione giusta per saggiare le potenzialità di una candidatura tutta interna al Pd? Non si era detto che il candidato a primo cittadino non doveva essere stavolta un papa straniero? A chi da fastidio la candidatura di Enzo Romeo? Chi, dietro le quinte, sta lavorando a farla saltare? Tante domande in attesa di risposta. Se Elly Schlein non si presenterà alla festa regionale dell’Unità in modalità playback magari potrebbe chiarire visto che Vibo non è un paesino ma una città capoluogo di provincia dove il Pd non tocca palla da oltre dieci anni.
Una faida nel Partito democratico?
I maligni parlano di un’autentica faida tra i dem: da una parte il coordinamento cittadino rappresentato da Francesco Colelli e Stefano Soriano che punta su Enzo Romeo per riconquistare palazzo “Luigi Razza” dopo oltre un decennio di governo di centrodestra; dall’altra parte i soliti notabili “infastiditi” dalla fuga in avanti di Enzo Romeo che starebbero lavorando ai fianchi della segreteria regionale con la scusa di una candidatura condivisa dall’intero centrosinistra, compreso quel che resta del Movimento Cinquestelle che, per bocca del suo capogruppo Domenico Santoro, ha implicitamente ammesso di essere una delle tante gambe nascoste del governo di minoranza che sostiene l’attuale sindaco di centrodestra Maria Limardo. A parole tutti vorrebbero mandarla a casa, nella sostanza prevale la logica del “tengo famiglia”. Da destra a sinistra. Ma questa è un’altra storia.
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