In attesa dell’appassionata e straordinaria voce di Dulce Pontes, venerdì 26 luglio, al parco Scolacium di Roccelletta di Borgia, vi presentiamo un’intera sezione dedicata alle risorse artistiche della regione, con produzioni e coproduzioni multidisciplinari: musica, teatro, danza assieme, ispirandosi ai miti, alla letteratura, alla storia, all’architettura e alla natura, proprie del territorio e del suo Patrimonio materiale e immateriale. Il festival “Armonie d’arte”, quest’anno, mette in scena la nostra Bellezza, per dare voce e spazio alle preziose professionalità artistiche calabresi con repertori strettamente legati alle peculiarità del territorio, raccontato, immaginato, ri-plasmato artisticamente. Non solo grandi eventi, il festival “Armonie d’arte” si declina anche in performances capaci di rivelare il volto artistico della Calabria.
L’apertura della sezione “La nostra Bellezza” il 21 luglio scorso, con “Il mare sotto gli occhi”, azione scenica a partire da “Breviario Mediterraneo” di Pedrag Matvejevich, di e con Dario Natale/Scenari Visibili. L’idea è nata da un periodo di lavoro durante il seminario Kalt 5.0, svoltosi al Tip teatro e rivolto agli allievi del corso. Tema centrale il Mediterraneo che, lungo traiettorie di cielo e di abisso, diviene il cuore di un racconto da tramandare, un confronto spontaneo tra ciò che era un tempo e ciò che è adesso, virando dagli almanacchi delle sciagure e degli inquinamenti, dai vortici dell’indifferenza, per ritrovare un mare circondato da terre, culla di civiltà e di incontri, di mani che stringono mani. Martedì 23 luglio, ore 21, invece, è di scena “Fathers”, di e con Saverio Tavano; una riflessione sull’abuso di potere e sulla tortura, a partire dalle teorie del professore Jerome Skolnick sullo spinoso tema e dall’analisi delle dinamiche psicologiche che pongono l’uomo nella condizione di elemento “sacrificante” nella posizione spesso autoindotta di “agnello sacrificale” e la posizione del suo torturatore, di aguzzino.
L’apertura della sezione “La nostra Bellezza” il 21 luglio scorso, con “Il mare sotto gli occhi”, azione scenica a partire da “Breviario Mediterraneo” di Pedrag Matvejevich, di e con Dario Natale/Scenari Visibili. L’idea è nata da un periodo di lavoro durante il seminario Kalt 5.0, svoltosi al Tip teatro e rivolto agli allievi del corso. Tema centrale il Mediterraneo che, lungo traiettorie di cielo e di abisso, diviene il cuore di un racconto da tramandare, un confronto spontaneo tra ciò che era un tempo e ciò che è adesso, virando dagli almanacchi delle sciagure e degli inquinamenti, dai vortici dell’indifferenza, per ritrovare un mare circondato da terre, culla di civiltà e di incontri, di mani che stringono mani. Martedì 23 luglio, ore 21, invece, è di scena “Fathers”, di e con Saverio Tavano; una riflessione sull’abuso di potere e sulla tortura, a partire dalle teorie del professore Jerome Skolnick sullo spinoso tema e dall’analisi delle dinamiche psicologiche che pongono l’uomo nella condizione di elemento “sacrificante” nella posizione spesso autoindotta di “agnello sacrificale” e la posizione del suo torturatore, di aguzzino.
Esiste una relazione tra i due elementi che fonda le proprie origini nell’antichità, dalla ritualità umana. Martedì 30 luglio, ore 21, “La prigione” di e con Saverio Tavano racconterà di una donna di mafia che si oppone al sistema, al padre, al marito e ai fratelli, una donna ribelle che mette in serio pericolo la propria esistenza, lasciando i propri figlioletti a piangere nel giardino di casa e con il sugo a cuocere sui fornelli, per sparire nel nulla. È la storia di tante donne che vivono nelle case bunker, dentro le quali decidono di ritornare, attratte dalla necessità di abbracciare i propri figli, usati come esche dalle stesse famiglie. Ultimo appuntamento della prima parte della sezione, mercoledì 31 luglio, ore 21.30, “Cantabbasso, racconti di terra”, concerto per batteria, chitarra, basso e contrabasso, con Maurizio Peronace alla batteria, Disagio a basso e chitarra, Francesco Peronace al contrabasso. Una sperimentazione di contaminazione linguistica tra differenti stili musicali, filo conduttore, la duttilità del contrabbasso con le sue sfaccettature sonore allo scopo di creare spazi sonori emozionali.
Redazione Calabria 7