Festival dei cantastorie, concerto di musica popolare chiude la prima edizione

Con Otello Profazio, Francesca Prestia, Lisetta Luchini, Rita Botto e Boto Cissokho, che si sono esibiti sul Terrazzo del Complesso Monumentale San Giovanni con un concerto di musica live, si è conclusa la prima edizione di “Cuore Cantastorie”, il Festival nazionale dei cantastorie ideato dall’associazione culturale “Assoformac”, cofinanziato dalla Regione Calabria e diretto da Francesca Prestia. Una prima edizione di successo che, ospitando artisti di fama nazionale e internazionale, ha reso omaggio alla diversità culturale e alle tradizioni popolari che sono l’anima e il cuore dell’identità storica dell’uomo. «Una manifestazione musicale – ha commentato la direttora artistica Francesca Prestia – nata con l’obiettivo di valorizzare l’affascinante figura del cantastorie, indispensabile per la sopravvivenza della memoria collettiva di un popolo. I tre workshop con Biagio Accardi, Farzaneh Joorabchi e Boto Cissokho, l’esposizione video-fotografica curata dall’etnologo Gian Paolo Borghi, il convegno sull’A.I.C.A. (Associazione italiana cantastorie ambulanti) e il concerto conclusivo sono stati, per Catanzaro, un’interessantissima occasione di conoscenza e confronto interculturale, nonché un bellissimo momento d’arte che ci ha fatto riflettere sull’importanza dell’inclusione e del rispetto che, se coltivati con costanza e in ogni luogo, possono non solo generare contaminazioni artistiche meravigliose, ma anche influire positivamente su molti aspetti cruciali della società odierna».

Tanta partecipazione al concerto di musica popolare con artisti d’eccezione: Otello Profazio – accompagnato alla chitarra da Saverio Viglianisi – uno dei cantanti dialettali più importanti del meridione nonché il più famoso cantastorie calabrese e preziosa memoria storica dell’etno-antropologia musicale del Sud; Francesca Prestia, la prima donna cantastorie calabrese che con la sua chitarrina e la voce appassionata promuove le tradizioni, la storia e la cultura della terra calabra, e racconta il coraggio di molte donne e uomini calabresi che lottano per la giustizia e la libertà; la cantante Rita Botto – accompagnata da Simona Di Gregorio – che abbraccia stili e repertori che vanno dalla musica leggera italiana a quella brasiliana, passando per i registri afro-americani del blues e del jazz, e che trova nella sua Sicilia l’energia di riprendere le radici sonore mediterranee; la cantastorie fiorentina Lisetta Luchini, fondatrice – insieme a illustri studiosi, storici e etnomusicologi – del Centro Studi Tradizioni Popolari Toscane che canta tutto il repertorio “classico” toscano, anonimo e d’autore e scrive ed esegue le proprie “storie” su temi attuali che continuano la tradizione dei cantastorie toscani. Insieme all’artista senegalese Boto Cissokho, che discende da un’antichissima dinastia di “griot”, musicisti-cantastorie dell’Africa dell’Ovest, e alla band composta da Celeste Iirritano, Sergio Uccello, Luciano Spagnolo, Filippo Scicchitano, Rocco Riccelli e Fabio Tropea – attraverso l’emozionante linguaggio dei cantastorie, hanno raccontato antiche leggende e affascinanti tradizioni popolari, dando vita a uno spettacolo intenso e variegato.

Tanta partecipazione al concerto di musica popolare con artisti d’eccezione: Otello Profazio – accompagnato alla chitarra da Saverio Viglianisi – uno dei cantanti dialettali più importanti del meridione nonché il più famoso cantastorie calabrese e preziosa memoria storica dell’etno-antropologia musicale del Sud; Francesca Prestia, la prima donna cantastorie calabrese che con la sua chitarrina e la voce appassionata promuove le tradizioni, la storia e la cultura della terra calabra, e racconta il coraggio di molte donne e uomini calabresi che lottano per la giustizia e la libertà; la cantante Rita Botto – accompagnata da Simona Di Gregorio – che abbraccia stili e repertori che vanno dalla musica leggera italiana a quella brasiliana, passando per i registri afro-americani del blues e del jazz, e che trova nella sua Sicilia l’energia di riprendere le radici sonore mediterranee; la cantastorie fiorentina Lisetta Luchini, fondatrice – insieme a illustri studiosi, storici e etnomusicologi – del Centro Studi Tradizioni Popolari Toscane che canta tutto il repertorio “classico” toscano, anonimo e d’autore e scrive ed esegue le proprie “storie” su temi attuali che continuano la tradizione dei cantastorie toscani. Insieme all’artista senegalese Boto Cissokho, che discende da un’antichissima dinastia di “griot”, musicisti-cantastorie dell’Africa dell’Ovest, e alla band composta da Celeste Iirritano, Sergio Uccello, Luciano Spagnolo, Filippo Scicchitano, Rocco Riccelli e Fabio Tropea – attraverso l’emozionante linguaggio dei cantastorie, hanno raccontato antiche leggende e affascinanti tradizioni popolari, dando vita a uno spettacolo intenso e variegato.

Al convegno “Cuore Cantastorie e l’A.I.C.A.” (Associazione Italiana Cantastorie Ambulanti) hanno partecipato l’etnologo Gian Paolo Borghi – curatore dell’esposizione video-fotografica “I fogli volanti e i dischi dei cantastorie tra Otto e Novecento” che ha registrato moltissime presenze a apprezzamenti per il suo valore storico e antropologico – Tiziana Oppizzi – redattrice della rivista “Il cantastorie” che ha relazionato sulle “Donne cantastorie nella storia” – Claudio Piccoli – anch’egli redattore della rivista “Il cantastorie”, che ha introdotto al pubblico la figura di Giovanna Daffini, la cantastorie-mondina esponente di spicco del gruppo del Nuovo Canzoniere Italiano – la cantastorie fiorentina Lisetta Luchini, Otello Profazio e Francesca Prestia.

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