Figlia Raphël dona statue a Cosenza e muore in attesa che siano esposte (VIDEO)

Affascinata dal museo all’aperto di Cosenza aveva donato sei sculture, solo due sono state esposte. Ecco l’elenco delle statue del Mab stipate nei depositi

di Maria Teresa Improta – Un potenziale enorme, sprecato. Mercoledì a Roma la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea inaugura la mostra di Antonietta Raphaël Mafai, Attraverso lo specchio, in omaggio alla figlia Giulia Mafai morta lo scorso settembre a 91 anni. Decine le prenotazioni dall’estero pervenute per partecipare all’evento. Eppure il nucleo delle opere monumentali più preziose, rappresentative e significative è a Cosenza. Stipato in dei magazzini insieme alle sculture di altri quattro artisti: Severini, Sironi, Zappino e Balla. Non è dato sapere quando saranno posizionate.

I vertici del polo museale del Comune di Cosenza, affermano sarà la nuova amministrazione a decidere se proseguire nell’allestimento del Mab. Il nuovo sindaco Franz Caruso ha trattenuto a sé la delega, in attesa di assegnarla ai consiglieri delegati. La distribuzione delle statue, nel rispetto della narrazione artistica, dovrà invece essere concertato con le Fondazioni. Per ora restano in deposito perché mancano i basamenti, con relativo impegno di spesa. Intanto turisti accorrono a Roma per ammirare Raphël. E i commercianti cosentini riflettono sull’opportunità di un crowdfunding.

La donazione della figlia di Raphël a Cosenza

Il Museo all’Aperto Carlo Bilotti di Cosenza aveva affascinato Giulia Raphël Mafai. Ammirava l’idea di portare l’arte in strada a diretto contatto con la gente, fuori dalle sale espositive. Era entusiasta dell’idea di un centro città decorato con opere di artisti unite dal racconto della storia culturale del Novecento. Solo due delle sculture che ha donato appaiono oggi su corso Mazzini: la Grande Maternità (icona di una madre che protegge i figli durante i rastrellamenti nei ghetti ebraici) e Le tre Sorelle (che rappresentano tre bimbe salvatesi dallo sterminio nazista).

Testimone della Shoah, Antonietta Raphël Mafai illustra i propri trascorsi. Storie di vita che appartengono anche alla città e alla provincia di Cosenza che ospitò il ghetto Cafarone e il campo di concentramento di Ferramonti a Tarsia, il più grande costruito dal regime fascista in Italia. Le opere donate da Giulia Mafai di proprietà del Comune di Cosenza custodite nei depositi sono il Toro morente, l’Uomo in bagno e Venere e Cupido. Per Leda e il cigno è ancora in itinere la pratica dell’acquisizione da parte dell’ente comunale. Quest’ultima è memoria del mito di Leda: dalla sua unione con Giove nacquero i dioscuri Castore e Polluce che affiancarono i locresi in battaglia contro i crotoniati e dalla vittoria se ne radicò il culto in varie aree della Calabria.

Cosenza e il Museo all’Aperto Bilotti

Arte gratis h 24 a Cosenza, passeggiando su corso Mazzini. Il Mab, che si snoda su un percorso pedonale di circa un chilometro, è nato nel 2004. Allestito con le sculture donate dalla famiglia Bilotti, nel 2019 con Decreto del ministero per i Beni Culturali è stato dichiarato sito “d’interesse artistico di rilevanza culturale testimonianza dell’identità collettiva” che “esprime – per il ministero – un collegamento identitario e civico di significato distintivo eccezionale anche per l’integrità e la completezza del patrimonio culturale della Nazione”. Le sue sculture tramandano i miti della Magna Grecia con: Ettore e Andromaca e gli Archeologi di de Chirico, il colonnato e i Bronzi di Riace di Sosno, la Sibilla di Fazzini, la Cariatide di Sironi, la Chimera di Gonzales. Una mostra all’aperto permanente che ospita anche Dalì, Giò Pomodoro, Manzù, Rotella, Consagra, Sironi. Artisti cui opere sono icone dei luoghi della civiltà universale: Manzù davanti la sede dell’Onu e all’entrata della Basilica Vaticana, Consagra al Parlamento europeo, al Quirinale e in piazza Duomo a Milano, Sironi alla Camera dei Deputati. Testimonianze uniche del secolo breve.

Antonietta Raphaël

Le sculture di Antonietta Raphaël Mafai, ritenuta tra le artiste più innovative del XX secolo, sono esposte nei più prestigiosi musei italiani: Museo di Brera e Museo del Novecento di Milano, Gam di Torino, Museo Comunale di Genova, Villa Torlonia e i saloni principali della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Dal 1948 ha partecipato alla Biennale di Venezia ed è considerata dalla critica anticipatrice, antesignana di movimenti artistici come la transavanguardia di Achille Bonito Oliva. Di origine lituane, fu tra le fondatrici della Scuola romana,  nel 1930 formò una corrente artistica di opposizione al convenzionalismo novecentesco. Figlia di un rabbino, nelle sue opere ricorda le leggi razziali e le persecuzioni del nazismo, simbolo internazionale di emancipazione femminile in un’epoca in cui l’eguaglianza di genere non esisteva.

Le opere del Mab donate, ma nei depositi

Oltre alle opere di Antonietta Raphaël Mafai restano tra la polvere dei magazzini quelle di altri quattro artisti di fama internazionale.  Non sono infatti state esposte le opere di Severini, Sironi, Zappino e Balla donate al Comune di Cosenza. Le sculture cubofuturiste di Severini, alte circa due metri, sarebbero dovute essere collocate sui gradoni dell’ala di Piazza Bilotti che affaccia su corso Fera. Gli eredi dell’allievo di Boccioni, il futurista Giacomo Balla, hanno anche loro donato opere a Cosenza nel marzo 2021 senza ancora poter godere del piacere di vedere i propri capolavori e patrimoni di famiglia esposti al Museo all’Aperto Bilotti di Cosenza. Un tesoro e potenziale attrattore turistico che si spera la nuova amministrazione comunale sappia valorizzare.

L’elenco delle opere mancanti

Gino Severini 1883-1966
“Fouettè” trittico Danseuse 1962
bronzo, autentica Romana Severini
donazione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona 2015

Gino Severini 1883-1966
“Relevèe sur pointe” trittico Danseuse 1962
bronzo – autentica Romana Severini
donazione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona 2020

Gino Severini 1883-1966
“Attitude” trittico Danseuse 1962
bronzo, autentica Romana Severini
donazione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona 2021

Gino Severini 1883-1966
“Arlecchino”
terracotta colorata – autentica Romana Severini
donazione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona

Mario Sironi 1885-1961
“Donna acefala seduta”
marmo nero marquinia dal gesso tinto nero con lucido da scarpe – autentica “Associazione per il patrocinio e la promozione della figura e dell’opera di Mario Sironi”, Andrea Sironi Strausswald
donazione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona

Antonietta Raphael Mafai 1895-1975
“Toro morente”
marmo nero marquinia, 1937
autentica Giulia Mafai
donazione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona 2015

Antonietta Raphael Mafai 1895- 1975
“Uomo in bagno” 1949
marmo grigio bardiglio
autentica Giulia Mafai
donazione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona 2015

Antonietta Raphael Mafai 1895-1975
“Missione segreta” o “Venere e Cupido”
marmo nero marquinia 1964
autentica Giulia Mafai
donazione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona 2015

Michele Zappino 1949
“Nudo di donna” bronzo
donazione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona

Giacomo Balla 1871-1958
“Pugno di Boccioni” o “Linee forze del pugno di Boccioni”
Balla omaggia l’allievo Boccioni
ferro zincato verniciato, dal cartone del 1915
autentica Vittorio Patrizia Alessandro Balla
donazione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona 2015

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