Francesco Sandrelli, artista di Cortona (Arezzo), 53 anni, si è spento per le ustioni riportate dopo che la sua auto aveva preso fuoco sul Grande Raccordo Anulare di Roma il 6 febbraio. Amici e parenti si preparano a dargli l’ultimo saluto il 4 aprile, ma la sua vicenda, dopo quasi due mesi di agonia, non si chiude qui. La procura di Roma, infatti, ha aperto un’inchiesta su quanto accaduto quel tragico giorno sul Gra, all’altezza di Casal di Marmo, direzione Aurelia, quando l’auto di Sandrelli prese fuoco e le fiamme investirono anche l’uomo, sceso poi dalla vettura nel tentativo di salvarsi. Gli automobilisti che passavano di lì, invece di fermarsi a prestare soccorso, si limitarono a girare filmati. Un video arrivò al gruppo social “Welcome to favelas” diventando virale prima di venire rimosso. Ed ora è caccia all’autore di quelle immagini; in sottofondo lo si sente esclamare: “Ah zi’, hai pijato foco?… Senti che callo, mamma mia. Questo lo mandiamo a Welcome to favelas”.
E mentre sui social si leggono in questi giorni numerosi messaggi di cordoglio indirizzati a Sandrelli, di professione pittore, morto al Sant’Eugenio di Roma il 24 marzo, la procura della Capitale ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Il reato ipotizzato è di omissione di soccorso: gli inquirenti stanno cercando chi quel 6 febbraio ha realizzato un video, condividendolo sui social, senza decidere di fermarsi ad aiutare quello sconosciuto avvolto dalle fiamme. Sandrelli, infatti, era riuscito a scendere dalla sua automobile, accostata sulla corsia di emergenza, prima che l’abitacolo venisse completamente avvolto dal fuoco. Come testimonia quello stesso video, si vede l’artista con gli abiti che vanno a fuoco. Perché, intanto, da un’auto in transito, il passeggero inizia a riprendere la scena, non invitando il guidatore a fermarsi per aiutare Sandrelli, ma, anzi, ironizzando sull’accaduto, prima di allontanarsi entrambi.
E mentre sui social si leggono in questi giorni numerosi messaggi di cordoglio indirizzati a Sandrelli, di professione pittore, morto al Sant’Eugenio di Roma il 24 marzo, la procura della Capitale ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Il reato ipotizzato è di omissione di soccorso: gli inquirenti stanno cercando chi quel 6 febbraio ha realizzato un video, condividendolo sui social, senza decidere di fermarsi ad aiutare quello sconosciuto avvolto dalle fiamme. Sandrelli, infatti, era riuscito a scendere dalla sua automobile, accostata sulla corsia di emergenza, prima che l’abitacolo venisse completamente avvolto dal fuoco. Come testimonia quello stesso video, si vede l’artista con gli abiti che vanno a fuoco. Perché, intanto, da un’auto in transito, il passeggero inizia a riprendere la scena, non invitando il guidatore a fermarsi per aiutare Sandrelli, ma, anzi, ironizzando sull’accaduto, prima di allontanarsi entrambi.