Finocchio di Isola Capo Rizzuto primo in Italia ad aver ottenuto il marchio Igp

Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il Finocchio di Isola Capo Rizzuto diventa Igp. E' il primo con tale riconoscimento

Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L. 218 del 23/08/2022 il Finocchio di Isola Capo Rizzuto diventa Igp ed è il primo finocchio in Italia ad aver ottenuto tale riconoscimento di qualità.

La zona di produzione comprende l’intero territorio dei Comuni di Botricello e Belcastro nella Provincia di Catanzaro e di Mesoraca, Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Crotone, Rocca di Neto e Strongoli nella provincia di Crotone, nella regione Calabria. Le condizioni climatiche particolarmente miti di questa zona di produzione durante i periodi invernali e primaverili favoriscono una crescita vegetale relativamente limitata e un basso contenuto di sostanza secca, da cui un finocchio croccante e gustoso, segnala la Commissione in una nota, ricordandone anche le particolari caratteristiche gustative e organolettiche. Moltissimi e variegati gli usi in cucina, sia fresco sia trasformato, il Finocchio di Isola Capo Rizzuto è ritenuto una eccellenza nelle cucine dei migliori chef. Con la pubblicazione del D.M. 594673 del 21 novembre scorso, Il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) ha ufficializzato la designazione della società 3A – Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria (www.parco3a.org), quale autorità pubblica ad effettuare i controlli e le procedure volte alla certificazione del prodotto.

La zona di produzione comprende l’intero territorio dei Comuni di Botricello e Belcastro nella Provincia di Catanzaro e di Mesoraca, Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Crotone, Rocca di Neto e Strongoli nella provincia di Crotone, nella regione Calabria. Le condizioni climatiche particolarmente miti di questa zona di produzione durante i periodi invernali e primaverili favoriscono una crescita vegetale relativamente limitata e un basso contenuto di sostanza secca, da cui un finocchio croccante e gustoso, segnala la Commissione in una nota, ricordandone anche le particolari caratteristiche gustative e organolettiche. Moltissimi e variegati gli usi in cucina, sia fresco sia trasformato, il Finocchio di Isola Capo Rizzuto è ritenuto una eccellenza nelle cucine dei migliori chef. Con la pubblicazione del D.M. 594673 del 21 novembre scorso, Il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) ha ufficializzato la designazione della società 3A – Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria (www.parco3a.org), quale autorità pubblica ad effettuare i controlli e le procedure volte alla certificazione del prodotto.

I controlli della società 3A – Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria

Il paniere delle produzioni certificate dalla società in house della Regione Umbria, che opera da oltre 25 anni nel settore, si arricchisce così di un’altra denominazione regolamentata arrivando a quota 15 denominazioni DOP/IGP/STG in accordo al Reg. UE 1151/2012 (DOP Umbria, DOP Farro di Monteleone di Spoleto, DOP Oliva di Gaeta, DOP Colline Pontine, DOP Oliva Ascolana del Piceno, IGP Lenticchia di Castelluccio di Norcia, IGP Prosciutto di Norcia, IGP Vitellone bianco dell’Appennino centrale, IGP Patata rossa di Colfiorito, IGP Prosciutto Amatriciano, IGP Panpepato/Pampepato di Terni, IGP Finocchio di Isola Capo Rizzuto STG Latte Fieno, STG Amatriciana Tradizionale, STG Vincisgrassi alla maceratese), 13 vini IGT/DOC/DOCG a fronte del Reg. CE 691/2009 s.m.i (DOC Montefalco, DOCG Montefalco Sagrantino, DOC Colli Perugini, DOC Colli del Trasimeno, DOC Assisi, DOC Colli Altotiberini, DOC Colli Martani, DOC Todi, DOC Spoleto, IGT Umbria, IGT Spello, IGT Cannara e IGT Bettona), 9 circuiti di Etichettatura delle carni bovine in accordo al Reg. CE 1760/2000 e s.m.i., il Marchio Agriqualità (L.R. 25/1999 della Regione Toscana e s.m.i.) ed il Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata (Legge 3 febbraio 2011 n. 4 e s.m.i.) che che ha come obiettivo il valorizzare le produzioni agricole vegetali ottenute in conformità ai disciplinari nazionali e regionali che si attuano rispettando le norme tecniche previste per ogni tipo di coltura sia per quanto riguarda la difesa dalle avversità, sia per tutte le altre pratiche agronomiche come la fertilizzazione e l’irrigazione.

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