Non c’è trucco, non c’è inganno e, soprattutto, non è l’inizio della fine ma il secondo tempo dell’azione amministrativa. A parlare non è un mago ma il sindaco Nicola Fiorita la cui ultima “magia” ha spostato l’asse della maggioranza verso posizioni decisamente più moderate varando un rimpasto indigesto a qualcuno dei suoi stessi alleati, tra le cause scatenanti di una guerra intestina tutta interna a un Partito democratico sempre più dilaniato. L’occasione per parlarne, confrontarsi e discuterne pubblicamente è il Consiglio comunale, prima seduta con il Fiorita-Bis in Aula, convocata per la surroga dei consiglieri diventati assessori. Maggioranza blindata con l’ingresso di Alberto Carpino e Francesco Assisi che siederanno entrami alla sinistra del sindaco tra i banchi del centrosinistra.
Il secondo tempo di Fiorita e le fratture di Donato
Il secondo tempo di Fiorita e le fratture di Donato
Tutto ciò passa in secondo piano perché nel solito fiume di parole a catalizzare l’attenzione sono alcuni passaggi del discorso di Nicola Fiorita che respinge le accuse delle opposizioni e, in particolare, quelli della Lega come clamorose fake news mentre ribadisce la bontà del suo operato: “E’ il secondo tempo della nostra azione, non c’è nessun inganno, l’alleanza con Talerico e con altri che si sono aggregati si era già presentata nel 2017 ed è stata dichiarata nel ballottaggio. Non è cambiato nulla, si è solo rafforzata una maggioranza. Abbiamo aperto ad altre forze, con alcune si è chiuso positivamente con altre no ma se i tempi erano maturi possono diventarlo”. Messaggio al gruppo guidato da Valerio Donato che nel suo intervento mette in evidenza i fatti e, in particolare, che “è cambiata la maggioranza al governo della città, si è venuto meno all’impegno di una battaglia identitaria e ad un’amministrazione di centrosinistra”. Quella che definisce “l’essenza delle criticità” per l’ex candidato a sindaco non è tuttavia lo spostamento verso il centrodestra ma ciò che il rimpasto ha determinato: “una frattura grave tra le istituzioni e il centrosinistra” per cui non c’è più sintonia “tra le rappresentanze istituzionali e la sinistra della vittoria elettorale”.
Il sarcasmo del centrodestra
Parole che tradotte con la lingua di Sergio Costanzo fanno “rimpiangere Sergio Abramo” con Talerico trasformato nel “nuovo Mimmo Tallini”. A destra ci ridono su. La Lega dice di fare fatica a stare all’opposizione di una giunta di centrodestra, il leader di Forza Italia Marco Polimeni definisce il rimpasto “un inganno” mentre Anna Chiara Verrengia di Fratelli d’Italia parla di “compromesso politico” che distrugge l’immagine del centrosinistra”. Fiorita va avanti per la sua strada e insiste: “L’alleanza si è costruita per un progetto e non toglie nulla alla nostra identità, quella di una sinistra progressista”.
Talerico: “Non sono il sindaco ombra”
La “nuova” maggioranza è compatta intorno al sindaco con l’alfiere Antonello Talerico a fare da scudo agli attacchi: “Qui c’è un progetto di rafforzamento della maggioranza, per nulla legato alle poltrone, forse questo preoccupa l’opposizione più che un presunto snaturamento di un’identità”. Poi si toglie da dosso l’etichetta di “sindaco ombra”: “Chi dice questo – offende l’autorità di Fiorita e anche me che non sono l’ombra di nessuno”.
L’avvertimento del Pd
Attenzione, però, alle parole del capogruppo del Partito democratico Fabio Celia che non nasconde le sue perplessità e lo dice apertamente in Consiglio: “Non sono soddisfatto di come il mio partito è stato trattato ma saremo leali”. Un avvertimento al sindaco con il quale i conti verranno fatti con un apposito tavolo con l’amministrazione. Per il momento la linea del Pd non cambia e i dem restano al fianco di Fiorita e della nuova giunta ma il capogruppo invoca un’accelerazione per risolvere i tanti problemi che attanagliano la città.