Fnasla-Cisal: ” Su servizio di Sorveglianza Idraulica cosa vuole fare Calabria Verde?”

“A distanza di circa nove anni dall’immissione in servizio a seguito del concorso pubblico espletato ai sensi della normativa nazionale per l’accesso al “Pubblico Impiego”nonché delle Leggi Regionali 31 e 52 del 2009, il contingente dei lavoratori del “Servizio di Sorveglianza Idraulica e Monitoraggio Della Rete Idrografica Regionale” , in organico a Calabria Verde dal mese di aprile 2014, poiché transitato dall’AFOR nonostante una parte sia stata costretta a ricorrere ad un azione forte per vedersi riconosciuto un diritto con tanto di sentenza che dichiara illegittimo il CCNL applicato “Idraulico-Forestale” in modo che preferiamo definire elegantemente “improprio” non si riesce a comprendere cosa intende fare l’Azienda per avviare correttamente questo “Servizio”. Lo scrive in una nota Gianluca Persico, segretario regionale Fnasla-Cisal.

“Il legale dei lavoratori, con estrema pazienza ha intrapreso un ulteriore “tentativo” di dialogo recandosi in Azienda con la sentenza del “Tribunale del Lavoro” che accerta l’illegittimità del contratto privatistico applicato, per evitare di andare avanti con il procedimento “legale” in un momento particolarissimo per la Regione Calabria a causa dei tanti contenziosi aperti per diverse situazioni su cui, purtroppo, dovranno pagare i cittadini Calabresi. Tentativo andato a vuoto in quanto l’Azienda si è rifiutata di aprire qualsiasi “dialogo” costruttivo nonostante esista una sentenza di “primo grado”. Ma tanti sono i comportamenti “discutibili” sul piano della libertà di poter esprimere liberamente le posizioni sindacali al fine di tutelare i lavoratori. Siamo venuti a conoscenza, dagli organi di stampa, ma soprattutto dai nostri iscritti che è in corso la trattativa per il rinnovo del “CIRL” in cui sarebbero già venute a galla alcune ipotesi di somme da erogare per “istituti contrattuali” contenuti nell’ipotesi in corso di discussione. Ovviamente il tavolo aperto, di cui si hanno notizie, per ovvie ragioni non ci ha visto partecipare, in quanto non convocati, altrimenti non avremmo predisposto il seguente comunicato stampa per chiedere delucidazioni rispetto alla mancata convocazione. Tale circostanza però, ci mette in una condizione di non poter fornire ai nostri iscritti tutta l’assistenza sindacale a cui, ovviamente hanno diritto avendo rassegnato l’adesione alla scrivente O.S. per cui, nell’auspicare che tutto possa essere ricondotto, vogliamo sperare, ad un errore procedurale ci aspettiamo che l’Azienda e soprattutto la Regione Calabria possano far ripartire una corretta “stagione” di relazioni sindacali e soprattutto consentano ai lavoratori di ottenere “giustizia” per una “sentenza” già emessa per il riconoscimento del giusto contratto di lavoro che qualcuno continua ad “ignorare”.

“Il legale dei lavoratori, con estrema pazienza ha intrapreso un ulteriore “tentativo” di dialogo recandosi in Azienda con la sentenza del “Tribunale del Lavoro” che accerta l’illegittimità del contratto privatistico applicato, per evitare di andare avanti con il procedimento “legale” in un momento particolarissimo per la Regione Calabria a causa dei tanti contenziosi aperti per diverse situazioni su cui, purtroppo, dovranno pagare i cittadini Calabresi. Tentativo andato a vuoto in quanto l’Azienda si è rifiutata di aprire qualsiasi “dialogo” costruttivo nonostante esista una sentenza di “primo grado”. Ma tanti sono i comportamenti “discutibili” sul piano della libertà di poter esprimere liberamente le posizioni sindacali al fine di tutelare i lavoratori. Siamo venuti a conoscenza, dagli organi di stampa, ma soprattutto dai nostri iscritti che è in corso la trattativa per il rinnovo del “CIRL” in cui sarebbero già venute a galla alcune ipotesi di somme da erogare per “istituti contrattuali” contenuti nell’ipotesi in corso di discussione. Ovviamente il tavolo aperto, di cui si hanno notizie, per ovvie ragioni non ci ha visto partecipare, in quanto non convocati, altrimenti non avremmo predisposto il seguente comunicato stampa per chiedere delucidazioni rispetto alla mancata convocazione. Tale circostanza però, ci mette in una condizione di non poter fornire ai nostri iscritti tutta l’assistenza sindacale a cui, ovviamente hanno diritto avendo rassegnato l’adesione alla scrivente O.S. per cui, nell’auspicare che tutto possa essere ricondotto, vogliamo sperare, ad un errore procedurale ci aspettiamo che l’Azienda e soprattutto la Regione Calabria possano far ripartire una corretta “stagione” di relazioni sindacali e soprattutto consentano ai lavoratori di ottenere “giustizia” per una “sentenza” già emessa per il riconoscimento del giusto contratto di lavoro che qualcuno continua ad “ignorare”.

Come O.S. vorremmo poter dialogare e fornire il nostro contributo anche su diverse tematiche come : la distribuzione dei “D.P.I.” sui cantieri soprattutto in montagna, la corretta ripartizione dei carichi di lavoro che in alcune zone costringono sempre alcuni lavoratori con il 4°livello a turni continui senza possibilità di rotazione, gli indumenti di lavoro che occorre fornire in quanto ampiamente usurati e tanto altro ancora.
E’ utile ricordare che la scrivente O.S. risulta firmataria dell’ultimo CIRL scaduto nel 2011 e, in base ad una interpretazione costituzionalmente orientata, alla luce dei principi enunciati dalla Corte Costituzionale (Sentenza n. 231/2013) la violazione del combinato disposto degli artt. 40 e 43 D.LGS. n. 165/2001 può dar luogo a contenzioso considerato che esiste l’autonomia dei due livelli di contrattazione e il confine ormai superato tra contrattazione pubblica e privata, per cui tutti i sindacati maggiormente rappresentativi, a prescindere dalla loro adesione al contratto collettivo nazionale, devono ritenersi legittimati a partecipare alle trattative per la contrattazione integrativa poiché privare un’associazione sindacale rappresentativa del diritto di partecipare alla contrattazione integrativa per il solo fatto di avere rifiutato la sottoscrizione del contratto collettivo nazionale costituisce una violazione del principio di libertà sindacale protetto dall’art. 39 Cost.”. Inoltre, ricordiamo soprattutto a noi stessi, nella speranza che venga recepito da chi gestisce le relazioni sindacali in Azienda che costituiscono condotte antisindacali i “comportamenti del datore di lavoro che hanno come conseguenza l’obiettiva estromissione della rappresentanza di un sindacato dal sito produttivo.

La clausola del contratto aziendale di primo livello che riserva il diritto di costituire proprie rappresentanze aziendali soltanto ai sindacati firmatari dell’accordo medesimo integra gli estremi della condotta antisindacale poiché costituisce un abuso del diritto di negoziazione. Simili clausole determinano un aiuto in favore di alcune organizzazioni in danno dell’organizzazione sindacale non firmataria la quale, pur avendo espresso posizioni che hanno ottenuto nella competizione referendaria il consenso di un’apprezzabile, seppure minoritaria, percentuale di lavoratori, si trova nella condizione di non poterli rappresentare o assistere a nessun livello (estratto Trib. Torino 15 settembre 2011, Giud. Ciocchetti, in Lav. nella giur. 2012, con commento di Maria Dolores Ferarra, 81)” .

Per quanto sopra, seppure nell’ultimo capoverso viene nuovamente citata una sentenza, ci auguriamo che l’Azienda possa rispettare almeno quella dei lavoratori che hanno fatto ricorso per vedersi riconosciuto il “CCNL “Regioni ed Autonomie Locali” perché l’eventuale inserimento di questi lavoratori nella proposta di “CIRL” di cui purtroppo, al momento, non conosciamo i contenuti, è di palmare evidenza che comporterebbe un “abuso” che farebbe scaturire ulteriori azioni a cui qualcuno dovrà rendere conto. Al Dipartimento Agricoltura rivolgiamo l’appello affinché si possa vigilare su quanto accade sia per la mancanza di “agibilità sindacale” ma soprattutto per la tutela di quei lavoratori che i trovano nella condizione di dover subire scelte calate dall’alto.

Redazione Calabria 7

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