Follia in carcere, detenuto aggredisce gli agenti della Polizia Penitenziaria

Nella concitazione dei fatti, diversi poliziotti sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino
polizia penitenziaria

“Pomeriggio di assurda follia, ieri, nel carcere di Vercelli, con agenti di Polizia Penitenziaria feriti da un detenuto appena arrivato nella struttura detentiva. Basta! È ora della tolleranza zero!”. Dura presa di posizione da parte di Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, dopo il grave episodio avvenuto ieri nella Casa circondariale.

“Un detenuto appena arrivato in carcere a Vercelli – fa sapere Santilli – ha rifiutato di essere immatricolato perché non voleva starci. Ha dato di matto ed ha inscenato una violenta protesta, che ha tenuto in scacco il personale per ore, nonostante la Polizia Penitenziaria avesse attivato da subito un’opera di persuasione costante. Nella concitazione dei fatti, diversi poliziotti sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino. Il personale di Polizia Penitenziaria è sempre più stanco delle continue aggressioni e violenze subite e auspica in un celere intervento da parte dell’Amministrazione a livello nazionale”.

“Un detenuto appena arrivato in carcere a Vercelli – fa sapere Santilli – ha rifiutato di essere immatricolato perché non voleva starci. Ha dato di matto ed ha inscenato una violenta protesta, che ha tenuto in scacco il personale per ore, nonostante la Polizia Penitenziaria avesse attivato da subito un’opera di persuasione costante. Nella concitazione dei fatti, diversi poliziotti sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino. Il personale di Polizia Penitenziaria è sempre più stanco delle continue aggressioni e violenze subite e auspica in un celere intervento da parte dell’Amministrazione a livello nazionale”.

Allarmi inascoltati

“Non ci sono più parole per descrivere le gravi condizioni di disagio lavorativo in cui versa la Polizia Penitenziaria”, denuncia vicesegretario regionale del Sindacato Mario Corvino. “Le quotidiane grida d’allarme del SAPPE continuano a rimanere incredibilmente inascoltate dai preposti vertici istituzionali: solo proclami e belle parole, ma, di concreto, il nulla. Queste sono violenze annunciate! È scandaloso che nel 2023 vi siano ancora persone indegne che usano la violenza per cercare di sovvertire il sistema istituzionale all’interno dei penitenziari mirato alla risocializzazione del detenuto, ma in rispetto delle regole. Fortunatamente in carcere ci sono anche persone che si dissociano da questi atteggiamenti violenti e cercano nello studio e nel rispetto reciproco la loro ragione di vita”.

Le criticità nelle carceri italiane

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime ai poliziotti contusi a Vercelli “la solidarietà e la vicinanza del SAPPE” ed evidenzia come le intolleranze del detenuto ed il grave episodio da lui provocato è “sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E la situazione è diventata allarmante per la Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici”.

Secondo Capece “servono risposte ferme da parte del DAP, anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione. Quel che è accaduto nella Casa circondariale di Vercelli testimonia una volta di più l’ingovernabilità delle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenza, che anche in carcere continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità!”.

Capece mette sotto accusa la gestione delle carceri da parte dell’attuale capo del DAP Giovanni Russo: “La sua gestione è fallimentare: non fa praticamente nulla, vive isolato dai ‘suoi’ uomini e non sappiamo neppure che faccia abbia, essendo evidentemente allergico al confronto con i Sindacati. Non ci incontra e non fa nulla, quando invece dovrebbe intervenire con urgenza sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza”.

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