“L’omicidio dell’on. Franco Fortugno 14 anni fa è stato un evento tragico che ha segnato un punto di passaggio nella vita della nostra comunità. Da allora le cose non sono rimaste come prima. La comunità ha saputo reagire all’arroganza criminale, cercando nuovi percorsi di legalità”. Lo ha detto il vescovo di Locri, Francesco Oliva, durante l’omelia in ricordo di Francesco Fortugno, vice presidente del Consiglio regionale, ucciso a Locri 14 anni fa in un seggio allestito per le primarie del centrosinistra. “Franco Fortugno non è morto invano. Il suo sacrificio – ha aggiunto – non è stato inutile. La sua morte ha portato la società civile più onesta a comprendere che occorreva ricostruire su basi nuove la convivenza cittadina. Mettere da parte l’arroganza mafiosa e intraprendere cammini di legalità e di rispetto. La Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci consegna una riflessione utile anche per quanti di noi svolgono ruoli istituzionali di governo. Ci sarà però un giudizio finale, il giusto giudizio di Dio.
Lo afferma san Paolo nella prima lettura, ove dice: “Dio renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che, perseverando nelle opere di bene, cercano gloria, onore, incorruttibilità; ira e sdegno contro coloro che, per ribellione, disobbediscono alla verità e obbediscono all’ingiustizia” (S. Paolo ai Romani). Il giudizio di Dio condanna quanti non vivono secondo giustizia, ma preferiscono le vie dell’illegalità e del male. Ci sarà un giudizio finale, ma nessuno può ergersi a giudice degli altri. Dovremo rispondere davanti a Dio sui giudizi facili e non corrispondenti alla verità, che distruggono gli innocenti con condanna definitiva prima ancora di un regolare giudizio. Solo Dio che conosce ogni cosa e vede nell’intimo può giudicare. Il suo giudizio è imparziale. Dio – ha concluso il vescovo di Locri – è uno che non fa preferenza di persone; tutti uguali davanti a lui”.
Lo afferma san Paolo nella prima lettura, ove dice: “Dio renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che, perseverando nelle opere di bene, cercano gloria, onore, incorruttibilità; ira e sdegno contro coloro che, per ribellione, disobbediscono alla verità e obbediscono all’ingiustizia” (S. Paolo ai Romani). Il giudizio di Dio condanna quanti non vivono secondo giustizia, ma preferiscono le vie dell’illegalità e del male. Ci sarà un giudizio finale, ma nessuno può ergersi a giudice degli altri. Dovremo rispondere davanti a Dio sui giudizi facili e non corrispondenti alla verità, che distruggono gli innocenti con condanna definitiva prima ancora di un regolare giudizio. Solo Dio che conosce ogni cosa e vede nell’intimo può giudicare. Il suo giudizio è imparziale. Dio – ha concluso il vescovo di Locri – è uno che non fa preferenza di persone; tutti uguali davanti a lui”.
Redazione Calabria 7