Forza Italia alle carte bollate. Talerico fa ricorso anche contro Fedele

Dopo quello di Comito, l’avvocato catanzarese punta al posto in consiglio regionale della seconda eletta: “È ancora dg della Provincia. Avrebbe dovuto dimettersi”
Comunali Catanzaro

Dopo aver già intrapreso la stessa strada nei confronti di Michele Comito (LEGGI QUI), il primo dei non eletti di Forza Italia nella circoscrizione Centro fa ricorso anche contro Valeria Fedele. Si tratta del presidente dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro Antonello Talerico, che – con l’assistenza dei legali Luisa Torchia, Anselmo Torchia e Jole Le Pera – si è rivolto al Tribunale ordinario per chiedere che venga dichiarata l’ineleggibilità e la conseguente decadenza da consigliere regionale della manager entrata a Palazzo Campanella come seconda eletta sorpassando proprio Talerico.

Il ricorso

Il ricorso

Le motivazioni alla base del ricorso sono analoghe a quelle sollevate nei confronti del medico vibonese Comito. Fedele è infatti dg della Provincia di Catanzaro e pur essendosi candidata alle Regionali del 3-4 ottobre non ha cessato le proprie funzioni “in violazione – si sostiene nel ricorso – dell’art. 2 comma 2 della citata Legge n.154/1981”. Lo stesso articolo al comma 1 prevede che non siano eleggibili alla carica di consigliere regionale “i titolari di organi individuali ed i componenti di organi collegiali che esercitano poteri di controllo istituzionale sull’amministrazione della regione, della provincia o del comune nonché i dipendenti che dirigono o coordinano i rispettivi uffici”.

Le competenze della Provincia

Nel ricorso si osserva che il dg della Provincia esercita una funzione di controllo istituzionale sull’Amministrazione dell’Ente oltre che di coordinamento, e che la stessa Provincia “esercita anche funzioni delegate dalla Regione, ha piena competenza sui Comuni e sui territori ricompresi nella circoscrizione elettorale di centro ove la Valeria Fedele è stata prima candidata e, poi eletta”. A questo proposito viene richiamato l’art. 2 della legge 165/2004 secondo cui “è costituzionalmente legittima la sussistenza di una causa di ineleggibilità ‘qualora le attività o le funzioni svolte dal candidato, anche in relazione a peculiari situazioni delle regioni, possano turbare o condizionare in modo diretto la libera decisione di voto degli elettori ovvero possano violare la parità di accesso alle cariche elettive rispetto agli altri candidati”.

Fedele è ancora dg

Nel caso di specie, la Provincia di Catanzaro, con 80 Comuni, rappresenta secondo Talerico “una parte rilevante della circoscrizione elettorale (ovvero l’area dove si concentra il maggior numero di elettori della circoscrizione elettorale di centro, ove è stata eletta la Fedele)”. La dg inoltre “ha continuato ad esercitare le proprie funzioni” alla Provincia come si evince da una nota datata 23 “con la quale si confermava la mancata cessazione dalle proprie funzioni” consegnata in risposta all’istanza di accesso agli atti. Fedele, conclude Talerico, “avrebbe dovuto rassegnare le proprie dimissioni, non risultando sufficiente neanche la semplice messa in aspettativa, essendo la stessa titolare di un contratto a tempo determinato”.

s. pel.

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