Forzano posto di blocco e fuggono, due arresti

Lunedì sera i carabinieri delle stazioni di Sant’Eufemia d’Aspromonte e di Sinopoli hanno arrestato Barillà Antonino 30enne e Cannizaro Giuseppe cl ‘83, entrambi residenti a Sinopoli e pregiudicati, con l’accusa di resistenza, violenza e minacce a pubblico ufficiale. In particolare, lunedì sera i due si trovavano a bordo di una Audi A3 condotta da Barillà Antonino quando, giunti nei pressi del centro abitato di Sant’Eufemia d’Aspromonte, si sono imbattuti in un posto di controllo dell’Arma composto da due pattuglie. Il conducente del veicolo, all’alt dei Carabinieri, ha accelerato improvvisamente la marcia, mettendo anche a repentaglio l’incolumità dei militari, che sono stati costretti a scansarsi per non essere investiti.

Ne è nato un inseguimento durante il quale il Barillà Antonino ha effettuato manovre pericolose per l’incolumità propria e degli altri utenti della strada nel tentativo di seminare i Carabinieri che, grazie ad un perfetto coordinamento tra le pattuglie e una manovra da manuale, sono riusciti a bloccarlo nel centro urbano. Anche dopo essere stati fermati, i due hanno tentato di sottrarsi all’arresto minacciando e cercando di colpire i militari dell’Arma, che sono riusciti ad ammanettare i fuggitivi, traendoli in arresto con l’accusa di resistenza, violenza e minacce a pubblico ufficiale. Al termine delle formalità di rito gli arrestati sono stati associati in regime di arresti domiciliari presso le proprie abitazioni.

Ne è nato un inseguimento durante il quale il Barillà Antonino ha effettuato manovre pericolose per l’incolumità propria e degli altri utenti della strada nel tentativo di seminare i Carabinieri che, grazie ad un perfetto coordinamento tra le pattuglie e una manovra da manuale, sono riusciti a bloccarlo nel centro urbano. Anche dopo essere stati fermati, i due hanno tentato di sottrarsi all’arresto minacciando e cercando di colpire i militari dell’Arma, che sono riusciti ad ammanettare i fuggitivi, traendoli in arresto con l’accusa di resistenza, violenza e minacce a pubblico ufficiale. Al termine delle formalità di rito gli arrestati sono stati associati in regime di arresti domiciliari presso le proprie abitazioni.

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