Funzionaria dell’Agenzia delle Entrate “a disposizione” del commercialista vicino ai clan (NOMI)

Il commercialista avrebbe gestito la contabilità delle società "cartiere" usate dal clan per realizzare frodi fiscali e altri reati

Una funzionaria dell’Agenzia delle Entratei si sarebbe messa “continuativamente a disposizione” di uno dei commercialisti che, secondo la Dda di Brescia, facevano parte di un clan della ‘ndrangheta radicato nel Bergamasco e con collegamenti con la famiglia Arena del Crotonese. La donna è finita ai domiciliari nell’inchiesta della Guardia di Finanza di Bergamo che oggi ha portato a misure cautelari nei confronti di 33 persone, accusata di aver incassato un “compenso indebito” da “10 a 15 euro per ogni pratica svolta” a favore del professionista legato alla cosca. In particolare, si legge nell’ordinanza del gip di Brescia Carlo Bianchetti, Lia Alina Gabbianelli, a cui viene contestata la corruzione, “funzionario in servizio presso l’Agenzia delle Entrate di Milano 5”, tra il settembre 2019 e il febbraio 2021, avrebbe agevolato il commercialista Marcello Genovese (finito in carcere) “nell’esecuzione delle pratiche di attivazione e revoca dei cassetti fiscali e della fatturazione elettronica” che di volta in volta richiedeva.

Funzionaria infedele

Funzionaria infedele

E gli avrebbe evitato “l’onere di presentarle allo sportello”, si legge nell’imputazione, perché sarebbe andata lei “a prelevare le pratiche” in un ufficio indicato dal commercialista e se ne sarebbe occupata di persona. O le avrebbe fatte “lavorare da ignari colleghi”. E avrebbe così ottenuto in cambio dal commercialista e da una presunta intermediaria “un totale di almeno 6.730 euro”. L’accusa a carico della donna è uno dei 106 capi di imputazione contestati dalla Dda di Brescia nell’inchiesta che vede indagate 66 persone, 18 finite in carcere e 15 ai domiciliari. Genovese, secondo l’accusa, sarebbe stato alle dipendenze di un altro commercialista, Giovanni Tonarelli, e avrebbe gestito la contabilità delle società “cartiere” usate dal clan per realizzare frodi fiscali e altri reati.

I nomi

Custodia cautelare in carcere

Antonio Astorino (Isola Capo Rizzuto, 1982)
Michelangelo Lorenzi Caminneci (Rozzano, 1969)
Salvatore Cappa (Cutro, 1968)
Gerardo Cavallo (Eboli, 1968)
Orlando Demasi (Santa Caterina dello Ionio, 1975)
Marcello Genovese (Palmi, 1964)
Giuseppe Geraldi (Crotone, 1987)
Luca Litta (Milano, 1985)
Francesca Puglisi (Bergamo, 1969)
Rosario Scumaci (Catanzaro, 1984)
Antonio Settembrini (Alzano Lombardo, 1966)
Luigi Tarasi (Crotone, 1996)
Martino Tarasi (Crotone, 1988)
Pasquale Tipaldi (Crotone, 1981)
Giovanni Tonarelli (Svizzera, 1966)
Antonio Vasapollo (Crotone, 1982)
Antonio Villirillo (Crotone, 1968)
Rocco Villirillo (Crotone, 1995)

Agli arresti domiciliari

Giuseppe Antonio Arabia (Catanzaro, 1965)
Antonella Arena (Crotone, 1992)
Mirko Borini (Occhiobello, 1975)
Terenzio Businaro (Santa Margherita D’Adige, 1947)
Carmela Brasacchio (Crotone, 1952)
Nicola Brasacchio (Crotone, 1952)
Danila Cavallo (Mesagne, 1981)
Luigi Cianciano (Sinagra, 1975)
Vincenzo Demasi (Torino, 1973)
Lia Alina Gabbianelli (Milano, 1958)
Salvatore Matteo (Crotone, 1992)
Salvatore Rocca (San Mauro Marchesato, 1959)
Alberto Tarasi (Crotone, 1996)
Gavrila Marius Timis (Romania, 1988)
Luigi Vrenna (Crotone, 1962)

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