Furto e ricettazione di farmaci tra Catanzaro e Lamezia, indagini chiuse per 9 (NOMI)

L’indagine della Procura di Lamezia è scattata a dicembre del 2020, in seguito ad una segnalazione di una casa farmaceutica nazionale
prodotti ortofrutticoli Reggio

di Gabriella Passariello- Un’associazione a delinquere finalizzata al furto e alla ricettazione di medicinali per uso umano e veterinario, oltre che di altra merce, costituita prevalentemente da elettrodomestici su cui la Procura di Lamezia ha chiuso l’inchiesta nei confronti di 9 indagati, nell’ambito di un blitz che è scattato a giugno scorso e che ha portato il Nas di Catanzaro con i militari del Gruppo Carabinieri Tutela della Salute di Napoli, supportati dai Comandi Provinciali Carabinieri di Catanzaro e Cosenza ad eseguire nove misure cautelari (LEGGI QUI).

L’indagine del sostituto procuratore Giuseppe Falcone è scattata a dicembre del 2020, in seguito ad una segnalazione di una casa farmaceutica nazionale su presunti furti di interi colli di medicinali, che sarebbero avvenuti prevalentemente nel territorio lametino. I successivi approfondimenti investigativi, compiuti anche attraverso intercettazioni telefoniche e telematiche, avrebbero consentito di raccogliere numerosi elementi per ritenere che un magazziniere e corrieri di farmaci avessero costituito una vera e propria organizzazione, ben collaudata, per trafugare prodotti farmaceutici, per poi essere rivenduti sul mercato clandestino con sconti superiori anche al 60-70 % rispetto ai prezzi di mercato.

L’indagine del sostituto procuratore Giuseppe Falcone è scattata a dicembre del 2020, in seguito ad una segnalazione di una casa farmaceutica nazionale su presunti furti di interi colli di medicinali, che sarebbero avvenuti prevalentemente nel territorio lametino. I successivi approfondimenti investigativi, compiuti anche attraverso intercettazioni telefoniche e telematiche, avrebbero consentito di raccogliere numerosi elementi per ritenere che un magazziniere e corrieri di farmaci avessero costituito una vera e propria organizzazione, ben collaudata, per trafugare prodotti farmaceutici, per poi essere rivenduti sul mercato clandestino con sconti superiori anche al 60-70 % rispetto ai prezzi di mercato.

“La vendita illegale”

Secondo gli investigatori i medicinali sarebbero stati sottratti in modo sistematico dai banchi o dai pacchi destinati alle farmacie, in misura tale da non rendere evidente l’ammanco al destinatario, che solo in un secondo momento si sarebbe accorto del furto. L’ organizzazione, attraverso una fitta rete di “vendita illegale” creata per accontentare l’elevata richiesta della clientela della zona, avrebbe proceduto ad accumulare la refurtiva all’interno di depositi abusivi (garage, magazzini) e successivamente a ricettarla al pubblico, in farmacie, parafarmacie e negozi di vendita di prodotti per animali. Nel periodo delle prime ondate della diffusione del Covid-19 è risultato, sempre secondo le ipotesi accusatorie che la rete di conoscenze degli associati richiedesse, con maggiore insistenza, farmaci antipiretici. Secondo quanto emerso nelle indagini delegate ai Carabinieri del Nas di Catanzaro, la refurtiva potrebbe ammontare a circa 14mila confezioni di medicinali ad uso umano e veterinario, dal valore complessivo di 115mila euro, di cui 1.650 confezioni di farmaci sequestrate.

Tutti i nomi degli indagati e il diritto di difesa

Destinatari di un avviso di conclusione delle indagini: Emanuel Jesu Alfieri, 37 anni, di Catanzaro; Andrea Butera, 45 anni, di Lamezia Terme; Pietro Cerra, 54 anni, di Curinga; Silvana Di Donato, 64 anni, di Cosenza; Salvatore Folino Raso, 48 anni, di Lamezia Terme; Vittorio Folino Raso, 40 anni, di Lamezia Terme; Antonio Gariano, 59 anni, di Catanzaro; Maurizio Gariano, di 55 anni, di Catanzaro e Diego Grandinetti, 45 anni, di Cosenza. Gli indagati assistiti dai legali Aldo Ferraro, Lucio Canzoniere, Maria Concetta De rose, Aurelio Sicilia, Giuseppe Mastroianni,  Emilio Severino, avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere sentiti dal pubblico ministero, rilasciare dichiarazioni spontanee, depositare memorie difensive e compiere ogni atto utile per l’esercizio del diritto di difesa, prima che il magistrato proceda oltre con un richiesta di rinvio a giudizio.

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