Gaglianese insieme a Davi denuncia da Liguori: Io lasciato solo o quasi a combattere la mafia

di Danilo Colacino – La coraggiosa ‘scomunica’ del racket in provincia di Catanzaro nella trasmissione Fatti e Misfatti, quella fatta in diretta tv pochi minuti fa dal vicepresidente di Confassociazioni Sergio Gaglianese – peraltro proprio nel giorno in cui il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini, al quale ha scritto per chiedere ‘aiuto’, è a Limbadi – che al direttore di Tgcom24, Paolo Liguori, ha raccontato le ‘miserie’ della Calabria. Una terra sotto il giogo della criminalità organizzata, come premesso anche nel catanzarese, affiancato dal già candidato a sindaco di San Luca e noto massmediologo Klaus Davi.

Le affermazioni di Gaglianese arrivano dritte e destabilizzanti come un pugno nello stomaco. È un fiume in piena Sergio, pur parlando con la calma che lo contraddistingue. “Sono stato per ben due volte – afferma con aria affranta – dal procuratore Nicola Gratteri e da uno dei suoi sostituti, Domenico Guarascio, che allo stato mi sta seguendo nelle mie denunce. Ma fanno il possibile, essendo alle prese con una mole di lavoro sovrumana. Da noi infatti, la ‘ndrangheta si infila dappertutto ed è difficilissimo contrastarla. Pensate che a me hanno bruciato tre auto e rivolto serie minacce di morte solo perché sono stato nominato amministratore del villaggio Eucalyptus a Simeri Mare. E che dire, poi, solo dell’ultimo, molto grave, atto intimidatorio con dapprima l’aggressione di un mio addetto alle pulizie e successivamente l’incendio doloso del palco, di una passerella che conduceva al mare, e di 300 sedie in Pvc. Eppure nessuno, a livello istituzionale, ha mosso un dito per tutelarmi salvo la senatrice Bianca Lauro Granato che ha sensibilizzato il presidente della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra, il sindaco e presidente della Provincia Sergio Abramo nonché il segretario del Nuovo Cdu Mario Tassone”.

Le affermazioni di Gaglianese arrivano dritte e destabilizzanti come un pugno nello stomaco. È un fiume in piena Sergio, pur parlando con la calma che lo contraddistingue. “Sono stato per ben due volte – afferma con aria affranta – dal procuratore Nicola Gratteri e da uno dei suoi sostituti, Domenico Guarascio, che allo stato mi sta seguendo nelle mie denunce. Ma fanno il possibile, essendo alle prese con una mole di lavoro sovrumana. Da noi infatti, la ‘ndrangheta si infila dappertutto ed è difficilissimo contrastarla. Pensate che a me hanno bruciato tre auto e rivolto serie minacce di morte solo perché sono stato nominato amministratore del villaggio Eucalyptus a Simeri Mare. E che dire, poi, solo dell’ultimo, molto grave, atto intimidatorio con dapprima l’aggressione di un mio addetto alle pulizie e successivamente l’incendio doloso del palco, di una passerella che conduceva al mare, e di 300 sedie in Pvc. Eppure nessuno, a livello istituzionale, ha mosso un dito per tutelarmi salvo la senatrice Bianca Lauro Granato che ha sensibilizzato il presidente della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra, il sindaco e presidente della Provincia Sergio Abramo nonché il segretario del Nuovo Cdu Mario Tassone”.

L’indignazione e la preoccupazione di Liguori e Davi. Il direttore Liguori dice: “Io avrei provato terrore già dopo una sola macchina data alle fiamme, altro che proiettili in ufficio (di cui ha riferito in precedenza Gaglianese, ndr) e tutto il resto. Ma adesso mi aspetto che intervenga, come sua consuetudine tra l’altro, Klaus. Toccherà a lui, quindi, dare un apporto forse determinate”. Una sollecitazione a cui il diretto interessato – anche riprendendo un’asserzione dello stesso Gaglianese sull’immobilismo della curatela fallimentare risponde così con la sua inconfondibile ‘erre arrotata’: “Da quelle parti hanno paura in molti, ma io no. E per questo mi farò carico della pesante situazione. Altrimenti la meravigliosa regione di cui parliamo non potrà ad esempio conoscere uno sviluppo turistico, che pure meriterebbe per la sua bellezza. Basti pensare, sul punto, che si è voluto colpire un uomo perbene come Sergio anche capace in passato di portare nella struttura oggetto dei raid delinquenziali comitive di turisti da Russia, Francia, Germania e resto d’Europa. Un’opportunità non da poco già frustrata, o a rischio di esserlo a breve, dal comprensibile passo indietro di un operatore economico fatto ripetutamente oggetto di serie minacce e ingenti danneggiamenti”.

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