“Un tentativo disperato per provare a mantenere in vita una ipotesi accusatoria inesistente”. Così Marcello Manna, avvocato e sindaco di Rende, commenta il suo coinvolgimento in un nuovo filone dell’inchiesta “Genesi”, la stessa che mesi fa ha portato all’arresto del giudice, ora sospeso, Marco Petrini, presidente della Corte d’Appello di Catanzaro. Manna è indagato per corruzione in atti giudiziari, con aggravante mafiosa, insieme allo stesso Petrini, all’avvocato penalista Luigi Gullo e a Francesco Patitucci, presunto esponente di spicco della cosca “Lanzino-Ruà”. “In relazione alle notizie riportate sugli organi di informazione – spiega Manna -, preme chiarire che la notizia relativa ai medesimi fatti era già stata riportata mesi fa, molto prima dello stesso avviso di garanzia. Contestualmente all’avviso di garanzia i giornali riportano atti non ancora conosciuti dai diretti interessati. Si parla di avviso di garanzia come mezzo a tutela dell’indagato ma per come viene rappresentato da alcuni “specialisti della informazione giudiziaria” di tutto si può parlare tranne che di garanzie dell’indagato. Spiace deludere questi soggetti. L’avviso di garanzia notificato insieme alla richiesta di incidente probatorio per esaminare il dott. Petrini dimostra soltanto la necessità, da parte della procura, di fare chiarezza sulle tante, diverse ed inconciliabili dichiarazioni rese e sul contrasto degli elementi di accusa. Un tentativo disperato per provare a mantenere in vita una ipotesi accusatoria inesistente”.
Le ipotesi accusatorie della Procura di Salerno
Le ipotesi accusatorie della Procura di Salerno
Secondo l’ipotesi della procura di Salerno, che poggerebbe sulle rivelazioni fatte dallo stesso ex giudice e su registrazioni audio-video effettuate nei suoi luoghi di lavoro, Petrini avrebbe ricevuto in tre diverse occasioni prima 2.500 euro dall’avvocato Manna, poi altri 5mila euro da Gullo, in accordo con lo stesso Manna, e infine ulteriori 5mila euro da Gullo, anche in questo caso d’intesa col sindaco di Rende. Soldi consegnati al giudice per far assolvere, questo sostengono i pm, proprio Patitucci, sotto processo per un omicidio, condannato in primo a 30 anni di carcere e assolto in appello dalla Corte presieduta proprio da Petrini.
Ad oggi, conclude Manna, “sono numerosi i provvedimenti che sono stati emessi da varie autorità e che hanno qualificato come intrinsecamente inattendibili le dichiarazioni del dott. Petrini ma di questo, chi ha fornito agli organi di stampa la notizia, non ha fatto menzione. Sono certo di una celere e positiva definizione della vicenda processuale. I diritti posti a garanzia di ogni cittadino indagato non devono consistere in meri enunciati ma devono trovare applicazione concreta anche nella informazione quotidiana”.
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