Tiene ancora banco quello che è accaduto domenica sera a “Non è l’Arena”, programma TV di La7 condotto da Massimo Giletti, tra lo stesso conduttore e Marco Polimeni, presidente del Consiglio Comunale di Catanzaro.
A difendere il giovane politico catanzarese ci ha pensato anche Pino Aprile, giornalista e scrittore italiano che, sul proprio sito (Pinoaprile.me) senza mezzi termini ha accusato la televisione italiana di mettere il Sud sul banco degli imputati, a differenza del Nord, dove “gli scandali lasciano le coscienze tranquille”. E uno dei passaggi, di seguito riportati, fa capire come l’abitudine sia ormai chiara.
A difendere il giovane politico catanzarese ci ha pensato anche Pino Aprile, giornalista e scrittore italiano che, sul proprio sito (Pinoaprile.me) senza mezzi termini ha accusato la televisione italiana di mettere il Sud sul banco degli imputati, a differenza del Nord, dove “gli scandali lasciano le coscienze tranquille”. E uno dei passaggi, di seguito riportati, fa capire come l’abitudine sia ormai chiara.
“Mi sono rotto le palle di questo tipo di politica!”, urla il prode Massimo Giletti in faccia al presidente del Consiglio comunale di Catanzaro, Marco Polimeni, persona perbene, accusato di nulla, che prova a dire la sua sulla “rimborsopoli” calabrese con soldi pubblici (uno sport nazionale: pensate a quanto è avvenuto in Val d’Aosta, in Liguria, in Lombardia, e quasi ovunque: basterebbe ricordare cosa hanno comprato il Trota e la Minetti con quei soldi)”.
Dunque, secondo Pino Aprile, il razzismo di fatto è la vera questione meridionale. Nel suo articolo, lo stesso giornalista, cita vari casi dove il Nord ne è uscito pulito e con pochissime indignazioni: Cita l’Expo, il Mose, la Tav e tante altre opere o scandali finiti nell’occhio del ciclone per pochissimo tempo. Il Sud, invece, è sempre trattato in modo diverso. E non solo da Giletti, ma anche da Del Debbio, giornalista che conduce una trasmissione su Mediaset.
Aprile, infine, alla fine del suo pensiero cita ancora Giletti e su ciò che è accaduto domenica sera: “Il culmine della serata è stato quando Giletti ha accusato il suo interlocutore calabrese di avere un suggeritore, urlandogli di far allargare l’inquadratura, perché si vedesse il burattinaio. Peccato che l’operatore che inquadrava non era del consigliere calabrese, ma di Giletti, che avrebbe potuto chiedergli di allargare il campo. Atando a quanto replicava il poverocristo calabro, a rivolgergli la parola è stato proprio l’operatore di Giletti! C’è chi sospetta che la scena fosse stata preparata. Comunque stiano le cose, a Giletti la faccia feroce vien bene solo quando guarda a Sud e a scandali da cortile: le migliaia di euro rubati da politicanti di mezza tacca, i morti di fame tenuti in vita con i sussidi mascherati da forestale, la mafia che ce l’ha con le sorelle di Mezzojuso… La mafia socia delle aziende del Nord (processo Aemilia, oltre duecento condanne…); le tangenti più alte di sempre (Mose), i presidenti di Regione in galera per mazzette milionarie o i 49 milioni svaniti della Lega (circa un centinaio di miliardi delle vecchie lire, neh!?)… mica è roba terrona”.
Redazione Calabria 7
(Foto: genteditalia.org)