Gettonopoli, Riccio: “Non siamo tutti uguali”. Battaglia annuncia l’addio alla politica

Conferenza stampa a Palazzo De Nobili di Riccio dopo l'archiviazione in "Gettonopoli"

di Bruno Mirante – “C’è da essere soddisfatti perché il consigliere comunale Eugenio Riccio ha dimostrato attraverso un lavoro certosino quello che è stato l’errore commesso, sicuramente in buona fede, da parte degli investigatori della Procura. Errore che però ha portato a un danno nei confronti di un amministratore pubblico che si è visto notificare un avviso di garanzia che ha certamente avuto delle ripercussioni e ha minato la serenità di Riccio nell’esercizio della sua funzione”. A parlare è l’avvocato Antonio Lomonaco difensore di Eugenio Riccio nel procedimento noto come “Gettonopoli” che si è concluso per il suo assistito (e per altri tre consiglieri comunali Demetrio Battaglia, Nicola Fiorita e Gianmichele Bosco) con l’emissione da parte del giudice per le indagini preliminari di un decreto di archiviazione con formula piena. “Siamo riusciti a dimostrare attraverso centinaia di atti prodotti da Riccio all’interno degli organismi consiliari,  – ha spiegato Lomonaco – che l’attività svolta dal consigliere è stato un lavoro assolutamente privo di ombre e in linea con il suo ruolo politico. Due erano le criticità rappresentate dall’Ufficio di Procura: Riccio pur non essendo presidente di commissione si era offerto di verbalizzare alcune riunioni dell’organismo consiliare e durante la verbalizzazione avrebbe attestato il falso. Circostanza che è stata smentita categoricamente ed è stata recepita dall’ufficio di Procura che mi sento di ringraziare per la vicinanza che ha dimostrato. Non abbiamo trovato un pm che si è “incaponito” sposando in pieno quella che è stata l’ipotesi investigativa ma un pubblico ministero preparato e sereno nel suo giudizio che ha accolto in pieno le nostre contestazioni, le ha fatte proprie e avanzato una richiesta di archiviazione che è stata recepita dal gip. Un fatto, quest’ultimo per nulla scontato. Perché non è affatto scontato che il gip disponga in conformità. Nel caso di Riccio – ha concluso Lomonaco – non si può parlare di riunioni “farlocche” delle commissioni consiliari perché ha dimostrato atti alla mano, quanto il lavoro prodotto all’interno degli organismi sia stato proficuo e nell’assoluto interesse della cittadinanza. Riccio nella commissioni lavorava”.

“Non siamo tutti uguali”

“Non siamo tutti uguali”

Dopo l’avvocato Lomonaco, nell’incontro con i giornalisti che si è svolto a Palazzo De Nobili, è intervenuto Riccio. Il consigliere ha ringraziato tutti coloro che nel periodo intercorso tra la notifica dell’avviso di garanzia e l’emissione del decreto di archiviazione, hanno sempre creduto nella sua estraneità ai fatti che gli erano stati contestati. Riccio, professione carabiniere, ha inteso ringraziare anzitutto il suo capo ufficio e tutti i colleghi che gli hanno mostrato vicinanza, ma anche il sindacato dell’Arma che non si è fatto influenzare dall’accaduto: “Paradossalmente ho avuto una progressione dirigenziale perché il mio sindacato ha puntato sulla persona senza farsi influenzare dal chiacchiericcio”.

Il sistema Catanzaro? “E’ un problema culturale”

Ma è proprio la gogna mediatica che ha fatto seguito all’inchiesta a risultare insopportabile per Ricco che in apertura dell’incontro, ha affermato di avere invitato i giornalisti di “Non è l’Arena”, la trasmissione condotta da Massimo Giletti che più di altre ha acceso i riflettori su Palazzo De Nobili, che tuttavia non hanno risposto all’invito. “Del resto – ha osservato – un’archiviazione fa meno clamore di un rinvio a giudizio”.

“Questa è una città in cui le battaglie si fanno sui social e la politica viene interpretata come il male assoluto. Di fatto questo “comune sentire” allontana le persone perbene dalla possibilità di impegnarsi nell’interesse della città. Per Riccio il vero “Sistema Catanzaro” se esiste è un problema culturale di chi tende a fare di tutta l’erba un fascio. “La colpa non è mai di tutti. Ogni vicenda ha i propri responsabili che hanno dei nomi e dei cognomi. A fronte di tutto questo devo confessare che la voglia di mettermi al servizio della mia città non è più la stessa”.  Va ricordato che dopo essere stato raggiunto dall’avviso di garanzia Riccio è rimasto al suo posto a differenza altri colleghi consiglieri che hanno rassegnato le dimissioni, ma non solo. Il consigliere ha assunto la guida della seconda commissione “Igiene e Lavori Pubblici”. “Mi è stato chiesto di presiedere la commissione in quanto figura di garanzia. Ho accettato perché redigere verbali è il mio lavoro. Ho prodotto oltre 400 istanze, senza contare gli esposti e le denunce all’Autorità giudiziaria. Anche tra i consiglieri c’è chi è produttivo e chi lo è di meno, molti dei consiglieri sono alla loro prima esperienza, io che sono al mio quarto mandato mi sento di affermare che non siamo tutti uguali”.

L’annuncio di Battaglia: “Lascio la politica”

Alla conferenza stampa indetta da Riccio ha partecipato l’avvocato Stefania Caiazza, moglie del consigliere comunale Demetrio Battaglia assente perché impegnato con l’esercito in una missione Onu in Afghanistan.

“Finalmente dopo molti mesi è arrivato il decreto di archiviazione del gip su richiesta del pm Mandolfino che ringrazio perché ha dato a tutti la possibilità di difendersi” – ha rilevato Caiazza. “Mio marito non si è dimesso perché con la sua caparbietà e forza d’animo ha voluto affrontare questa vicenda da politico onesto e da uomo, e politico onesto ne è uscito. Tuttavia Battaglia è rimasto molto scosso da questa vicenda: entrare in politica per dare un contributo costruttivo alla propria città per poi vedersi coinvolto in una vicenda giudiziaria che anche se si è conclusa positivamente ha fortemente minato il suo stato d’animo, lo ha portato ad una valutazione: quella di lasciare la politica”.

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