di Danilo Colacino – Francesco Ghirelli, 70enne attuale presidente di transizione (per sua stessa ammissione) della Lega Pro, ospite nello scorso finesettimana di Sottovoce da Gigi Marzullo nella notte di Raiuno, quando come dice il famoso giornalista avellinese conduttore del programma “un giorno è appena finito e un altro è appena iniziato” fa un’affermazione che lascia pensare non poco. Il capo della C, chimico eugubino prestato al calcio in cui entra per la chiamata dell’amico Luciano Gaucci a Perugia e rimane per i successivi incarichi conferiti da Antonio Matarrese al Bari e da Franco Carraro nella Lnp e in Figc, racconta infatti che ai tempi dell’importante funzione dirigenziale ricoperta nella società umbra si andavano a “depredare” (verbo usato dal diretto interessato) i calciatori al Sud.
“In Puglia e in Calabria, citando su tutti Rino Gattuso, dove c’era fame di arrivare”, spiega.
“In Puglia e in Calabria, citando su tutti Rino Gattuso, dove c’era fame di arrivare”, spiega.
L’imprenditore ed ex uomo politico italiano, ai vertici dello sport più amato e seguito nel mondo, ha dunque plasticamente spiegato come ragionano i club, pure quelli medi, del centro e del Settentrione che scovano i talenti laddove c’è tanta voglia di affermarsi, ma spesso non si dispone di strutture e opportunità per arrivare alla grandi platee.