Ghost Oil, la Procura di Catanzaro chiude le indagini sulla truffa dei carburanti (NOMI)

Carburante per l’agricoltura a prezzo agevolato con la complicità di dipendenti della Regione Calabria, disposti ad accedere al sistema Uma-Arcea

di Gabriella Passariello – Carte false per ottenere carburante per l’agricoltura a prezzo agevolato con la complicità di dipendenti della Regione Calabria, disposti ad accedere abusivamente al sistema Uma-Arcea, gestendo le relative pratiche di erogazione alle aziende pur conoscendone la natura fraudolenta. Vantaggi ottenuti senza avere alcun titolo, senza essere proprietari di terreni o in assenza del materiale possesso e addirittura senza mai aver svolto alcuna attività nel settore agricolo. Disposti a dichiarare di avere in fitto alcuni poderi, utilizzando in molti casi contratti farlocchi, regolarmente registrati, senza che gli effettivi proprietari ne fossero in qualche modo a conoscenza. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Francesco Bordonali, sotto la supervisione del procuratore capo Nicola Gratteri, ha chiuso le indagini, nell’ambito dell’inchiesta Ghost Oil, che ha portato i carabinieri della sezione di pg della Procura di Catanzaro, diretti dal tenente colonnello Gerardo Lardieri, coadiuvati dai colleghi del Noe, dagli uomini del Comando provinciale di Catanzaro e Crotone, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Vibo Valentia ad eseguire 11 misure cautelari, di cui 7 ai domiciliari, uno all’obbligo di dimora e tre interdittive (LEGGI QUI). Tra gli indagati anche i dipendenti funzionari Ottone Cesario, Angelo Lonetti e Natale Pacenza.

I nomi degli indagati

I nomi degli indagati

Sotto inchiesta 21 persone fisiche e due società. Si tratta di Roberto De Fazio, 42 anni, di Scandale; Alessandro Bianco, 39 anni, di Isola Capo Rizzuto; Francesco Ranieri, 48 anni, di Isola Capo Rizzuto; Saverio Flotta, 39 anni, di Crucoli; Mariantonia Capasso, 67 anni, Cirò Marina; Francesco Cilidonio, 47 anni, di Cirò Marina; Michele Arena, 34 anni, di Crucoli; Graziano Vulcano, 40 anni, di Catanzaro e residente a Cirò Marina; Fabio Graziano, 40 anni, di Cirò Marina; Antonio De Meco, 55 anni, di Isola Capo Rizzuto; Francesco Bevilacqua, 46 anni, di Crotone; Angelo Lonetti, 50 anni, di Catanzaro, residente a Melissa; Ottone Cesario, 64 anni, di Crotone; Marcello Paolo Scornaienchi, 65 anni, di Piane Crate (Cs); Salvatore Scordamaglia, 62 anni, di Petilia Policastro; Natale Pacenza, 61 anni, residente a Crucoli; Giuseppe Giancotti, 40 anni, residente a Rocca Di Neto; Luigi Giancotti, 73 anni, di Rocca di Neto; Caterina Mele, 39 anni; residente a Casabona; Silvestro Cerrelli, 42 anni, di Casabona, Pasquale Megna, 66 anni, di Crotone. E ancora due società: la Kremissa carburanti di Flotta Saverio e Vulcano Graziano snc con sede a Cirò Marina e Scordamaglia Carburanti di Scordamaglia Salvatore & co sas, con sede a Petilia Policastro.

Spiagge usate per coltivare piselli e il ruolo centrale dei dipendenti regionali

Compilazione e registrazione di falsi contratti di affitto all’Agenzia delle entrate, attestando perfino l’utilizzo di fondi agricoli di proprietà del demanio marittimo, come ad esempio le spiagge, con coltivazione di fagiolini, piselli, spinaci. In alcuni casi sono state dichiarate superfici di terreni con estensioni superiori a quelli riportati nel catasto, nonché variazioni di destinazione d’uso degli stessi, per acquisire maggiore gasolio. E in questo contesto i dipendenti regionali hanno avuto, secondo inquirenti e investigatori, un ruolo centrale. Lonetti, Cesario, Scornaienchi, Pacenza e Megna avrebbero effettuato diversi accessi abusivi al sistema Uma-Arcea della Regione, aprendo e gestendo le aziende agricole di De Fazio, Bianco, Ranieri e Legato, con la formazione e la presentazione di istanze contenenti dichiarazioni e documenti mendaci per consentire l’assegnazione di carburanti agevolati. Un meccanismo che avrebbe consentito loro di beneficiare di litri e litri di gasolio agricolo con accise agevolata ai danni delle casse dello Stato.

Fabbricati fantasma e macchinari inesistenti

Alla luce delle risultanze investigative sarebbe emerso  che il contenuto dei fascicoli aziendali  è mendace: macchine agricole inesistenti, ma dichiarate in possesso dell’azienda, terreni mai avuti, indicazione di fabbricati fantasma anche su particelle di proprietà del Demanio marittimo o di altri enti pubblici. E’ il caso dell’imprenditore De Fazio, definito il dominus dell’associazione, che avrebbe dichiarato costruzioni inesistenti o di proprietà del Demanio dello Stato e Marittimo e i contratti di affitto di fondo rustico sarebbero stati registrati in un periodo successivo alla presentazione delle domande e dopo che l’azienda di De Fazio aveva già beneficiato dell’assegnazione del carburante ad accisa agevolato. Con un ma. De Fazio non avrebbe mai avuto la disponibilità dei terreni per effettuare colture e produzioni agricole. Non avrebbe avuto terreni e macchine agricole.

“Fondi sfruttati nella terra di nessuno”

Stesso scenario per l’imprenditore Bianco, che per ottenere fraudolentemente l’assegnazione di carburante agricolo  ad accisa agevolata, sia per l’anno 2017 che per il 2018 non avendo alcuna disponibilità di fondi agricoli, avrebbe utilizzato fittiziamente terreni di proprietà intestati a terzi privati, al Demanio della marina mercantile, al Demanio dello Stato e ad altri enti pubblici, peraltro la maggior parte ubicati in comuni non rientranti neanche nella provincia di Crotone, ma in quelle di Cosenza e di Reggio Calabria, non esitando a dichiarare di coltivare addirittura in aree costiere “sfruttando i fondi come se fossero terra di nessuno”. In particolare dalle visure catastali delle particelle dichiarate nell’istanze per l’assegnazione di carburante agricolo  ad accisa agevolata si è rilevato che le stesse, oltre ad essere tutte intestate a persone diverse da Alessandro Bianco e ubicate in diversi comuni del territorio regionale, anche distanti geograficamente dalla sede della presunta azienda agricola sita ad Isola Capo Rizzuto, risultavano pure di proprietà di altri istituti. In sostanza Bianco, per la Procura non ha mai condotto alcuna azienda e nessuna attività nel settore agricolo: tutti gli atti prodotti e presentati per ottenere i benefici pubblici “sono connotati da falsità materiale e ideologica, di conseguenza anche l’annessa elencazione delle produzioni vegetali”.

Il collegio difensivo

Gli indagati, assistiti dai legali (Massimiliano Carnovale, Vitaliano Leone, Pierpaolo Panza, Anselmo Torchia, Luigi Morrone, Graziella aiuta, Tiziano Saporito, Gennaro Pierino Mellea, Giuseppe Urso) avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere sentiti dal pubblico ministero, depositare memorie difensive e compiere ogni atto utile per l’esercizio del diritto di difesa prima che il pm proceda oltre con una richiesta di rinvio a giudizio.

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