Il caso non è chiuso e la Procura di Vibo non intende tralasciare alcun dettaglio sull’improvvisa morte del maresciallo della Guardia di Finanza, 52 anni, originario di Soveria Mannelli ma in servizio a Lamezia Terme, trovato senza vita in un appartamento di Pizzo nella giornata di ieri. Sulla vicenda il procuratore Camillo Falvo ha delegato i carabinieri di Vibo a effettuare una serie di accertamenti per fare piena luce. L’ipotesi prevalente è quella del suicidio ma l’attività investigativa, coordinata dalla sostituto procuratore Maria Cecilia Rebecchi, punta a ricostruire le ultime ore di vita del finanziere valutando anche eventuali interventi esterni come causa della morte. Nel frattempo è stata disposta l’autopsia che sarà eseguita dal medico legale Katiuscia Bisogni, la stessa che ieri ha già effettuato un’ispezione sul corpo della vittima.
La mancata deposizione a “Petrolmafie”
La mancata deposizione a “Petrolmafie”
A rendere complesso e anche inquietante il caso è il curriculum del maresciallo, uno dei principali investigatori della maxi inchiesta “Petrolmafie” scaturita in un processo che si sta celebrando dinnanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. E’ qui che ieri mattina il 52enne era atteso per effettuare il controesame. Doveva sottoporsi alle domande degli avvocati che rappresentano il collegio difensivo ma nel vecchio palazzo di giustizia non è mai arrivato. Aveva regolarmente deposto sabato scorso rispondendo alle domande del pm antimafia Andrea Mancuso, lo stesso che ieri ha provato, insieme agli altri colleghi della Finanza, a contattarlo.
La tragedia
L’allarme è scattato così e si è trasformato in tragedia quando i carabinieri sono riusciti a rintracciarlo in un appartamento nella sua disponibilità in pieno centro abitato a Pizzo. Il maresciallo è stato trovato morto nell’abitazione di proprietà della sua famiglia utilizzata soprattutto d’estate. Trovato cadavere, in una pozza di sangue. Deceduto a causa di una ferita alla testa provocata da un colpo di pistola. Ufficialmente si sarebbe sparato con la pistola d’ordinanza ma gli interrogativi senza risposta sono ancora diversi e la Procura di Vibo punta ad avere risposte chiare e precise prima di archiviare il caso. (mi.fa.)
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