Ginecologa scomparsa, il rettore dell’Università di Catanzaro: “Chiediamo giustizia”

Giovambattista De Sarro: "Sara oggi è, suo malgrado, protagonista di una dolorosa storia che riguarda le donne, i medici, la società"
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Giovambattista De Sarro, rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, ha manifestato la propria amarezza per la scomparsa della ginecologa in servizio all’ospedale Santa Chiara di Trento. “Sara Pedri – scrive De Sarro in una nota – oggi è, suo malgrado, protagonista di una dolorosa storia che riguarda le donne, i medici la società. Quanto è accaduto a Sara è un’offesa per tutti e non può passare senza una giusta presa di posizione per chiedere che venga fatta luce su fatti che mortificano in maniera grave l’essere una donna, un medico, uno specialista, un universitario. La scelta di una giovane dottoressa del Nord, di venire in Calabria, a Catanzaro, all’Università Magna Graecia, che rappresento, per specializzarsi in Ginecologia e Ostetricia è stata utilizzata dall’ignavia, dall’ignoranza e dall’arroganza per denigrarla e opprimerla nel pieno della sua crescita professionale”.

De Sarro: “Era una ragazza preparata”

De Sarro: “Era una ragazza preparata”

“Come gli stessi professori, medici e infermieri della nostra Unità operativa hanno già espresso in più occasioni, Sara a novembre 2020, era una ragazza fresca di specializzazione conseguita a pieni voti, preparata, innamorata della professione, che progettava una vita con il fidanzato. Allora, come è possibile che nel giro di pochi mesi deperisce, non risponde al telefono, se non con messaggi brevi e con voce triste, la famiglia la trova deperita, si deve riposare per poter riprendersi e poi a marzo lascia il lavoro e sparisce. Si apprende in seguito di situazioni inquietanti che l’hanno vista ‘vittima’ di una grave ‘persecuzione sociale e professionale’ sul luogo di lavoro e che la stampa ormai riporta quasi quotidianamente. Davanti a tutto ciò – conclude De Sarro – è dovere di ognuno di noi intervenire e chiedere giustizia perché i diritti di questa donna e la sua dignità vengano rispettati, perché sono i diritti di tutti noi”.

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