di Antonio Battaglia – Raccontare l’emergenza Coronavirus, ogni giorno. E’ questa la missione di Giancarla Rondinelli, giornalista calabrese della nota trasmissione “Porta a Porta” in onda su Rai 1.
La necessità fisiologica di dar voce ai più deboli e raccontare un autentico dramma, direttamente dalla devastata provincia di Bergamo: “La percezione che si ha qui è diversa, si toccano con mano gli effetti dell’ondata improvvisa nel mese di marzo – racconta Rondinelli in esclusiva a Calabria 7 – Non c’è stato il tempo di capire cosa stava succedendo. Vedo sui volti la sofferenza, la stanchezza e purtroppo assisto ai tanti decessi”.
La necessità fisiologica di dar voce ai più deboli e raccontare un autentico dramma, direttamente dalla devastata provincia di Bergamo: “La percezione che si ha qui è diversa, si toccano con mano gli effetti dell’ondata improvvisa nel mese di marzo – racconta Rondinelli in esclusiva a Calabria 7 – Non c’è stato il tempo di capire cosa stava succedendo. Vedo sui volti la sofferenza, la stanchezza e purtroppo assisto ai tanti decessi”.
La violenza della malattia, la paura della morte, lo spettro delle povertà: i giornalisti sono impegnati in prima linea per trasmettere tutte le difficoltà del momento. “Il nostro lavoro non è facile, dobbiamo tentare di essere il più lucidi possibile – continua la professionista – Per “Porta a Porta” abbiamo realizzato servizi direttamente dai reparti e devo ammettere che mi sono emozionata. Il mio obiettivo è quello di raccontare quello che è successo attraverso la voce dei protagonisti”.
Giancarla Rondinelli, nata a Catanzaro, è morbosamente attaccata alla sua regione natia: “I dati che arrivano dalla mia terra d’origine sono più incoraggianti. L’atteggiamento della Presidente Santelli è stato tempestivo, in qualche modo si è riusciti a contenere i contagi”.
La lente d’ingrandimento, infine, si sposta sul percorso giornalistico da intraprendere per una carriera di grande calibro: “Il mio professore di laurea cercò di farmi desistere dal sogno giornalismo, questo lavoro si può fare solo in nome di una grande passione. E noi calabresi siamo più bravi, riusciamo a raggiungere più facilmente i nostri obiettivi”.
Redazione Calabria 7