Giornata del rifugiato, le storie degli studenti arrivati all’Unical per fuggire dalle guerre

Dalla Siria alla Calabria con il bando della Crui: "Il campus e i suoi servizi mi hanno accolto, ora voglio iscrivermi alla magistrale"
medicina unical

Il 20 giugno si celebra la Giornata mondiale del rifugiato, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Scopo della Giornata è sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di oltre 70 milioni di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati nel mondo costretti a fuggire da guerre, persecuzioni e carestie.

Anche l’Università della Calabria contribuisce a questa grande missione offrendo formazione e accoglienza ad alcuni studenti rifugiati, aiutandoli a costruirsi un futuro migliore attraverso l’accesso a un’istruzione di qualità, per perseguire le loro aspirazioni, contribuire alle loro comunità e aiutare a ricostruire i loro Paesi.
Anche l’Università della Calabria contribuisce a questa grande missione offrendo formazione e accoglienza ad alcuni studenti rifugiati, aiutandoli a costruirsi un futuro migliore attraverso l’accesso a un’istruzione di qualità, per perseguire le loro aspirazioni, contribuire alle loro comunità e aiutare a ricostruire i loro Paesi.
L’Unical ha infatti aderito al protocollo del Ministero dell’Interno – Crui per il diritto allo studio di giovani studenti titolari di protezione internazionale – gestito dal referente Massimo Colafati – che ha messo a disposizione, annualmente, 100 borse di studio (quota monetaria, alloggio e mensa) in Italia. Negli anni sono stati diversi gli studenti accolti dall’Università della Calabria, attualmente ci sono due borsisti.
Uno di loro è Almohmad, un ragazzo siriano di 27 anni, costretto a lasciare il suo Paese a causa della guerra. Lo studente è stato in Libano per qualche anno, fino a quando l’Ambasciata italiana ha accettato la sua richiesta e gli ha rilasciato il visto. In Italia ha frequentato il corso di italiano e poi tramite la Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) è riuscito ad iscriversi al Corso di laurea in Scienze politiche all’Unical, con la borsa della Crui.

Uno studente siriano

“Ho scelto l’Università della Calabria – racconta Almohmad – per gli ottimi servizi che offre agli studenti e devo dire che mi trovo davvero molto bene. Ringrazio tanto i miei professori e i colleghi che mi hanno accolto e aiutato ad imparare bene, nonostante qualche difficoltà con la lingua. Dopo la laurea triennale sto pensando di iscrivermi alla magistrale e poi trovare lavoro qui, perché ho un problema politico con il mio governo”. La sua giovane vita è già stata colpita da tragici avvenimenti, come la morte di un fratello proprio in Siria, dove si trovano ancora i genitori e altri parenti. Quando è possibile, Almohmad si dedica a qualche piccolo lavoro per inviare loro un po’ di denaro.
Già prima del progetto messo in campo da Viminale e Crui l’Unical era stata un punto di riferimento per studenti in fuga da guerre e oppressione. Nel 2013 il campus ha accolto Bashar, giovane architetto siriano arrivato in Calabria con le borse del Bando Unical Admission. Un viaggio non facile il suo: sopravvissuto a un’imboscata mentre raggiungeva l’ambasciata italiana a Beirut, derubato e tenuto prigioniero per venti giorni, è riuscito a partire per l’Italia con l’assistenza costante degli uffici dell’ateneo. Due mesi dopo l’arrivo all’Unical vince il concorso d’ammissione al dottorato di ricerca e in campo a sei mesi riesce a riabbracciare la famiglia: i figli di 4 e 5 anni e la moglie Hadya, architetto come lui, invitata in ateneo per motivi di studio. L’attività di studio e di ricerca di Bashar si è concentrata sulla ricostruzione delle città distrutte dalla guerra e in particolare della sua Aleppo. Con un sogno nel cuore: quello di rientrare in Siria, per contribuire alla rinascita del Paese. Un sogno che si è realizzato, perché da qualche tempo Bashar e Hadya sono tornati a casa, dove hanno intrapreso la carriera di docenti.
“Gli studenti che abbiamo accolto negli anni – commenta il rettore Nicola Leone – ci hanno insegnato che il dramma della fuga rappresenta spesso per i rifugiati l’unica via di salvezza, ma anche l’occasione per ricominciare una nuova vita. Una solida istruzione è la base di questa rinascita e noi li sosterremo sempre con i nostri saperi, i nostri servizi ma anche con la nostra proverbiale accoglienza”.

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