“Giornata Internazionale della Felicità”, Italia al 25esimo posto

Ipsos ha misurato la relazione tra il livello di felicità generale dichiarato da tutti gli intervistati e il livello di soddisfazione per i 30 aspetti della vita
Giornata Internazionale della Felicità

È possibile essere felici? La felicità è una condizione di cui disponiamo tutti a prescindere dalle condizioni in cui viviamo oppure un privilegio per pochi? Il 20 marzo è la Giornata Internazionale della Felicità e, l’ultima indagine Ipsos condotta in 32 Paesi, rivela che in media – nel 2023 – quasi tre persone su quattro (73%) si dichiarano felici e per diversi motivi.

I più alti livelli di felicità si registrano soprattutto in Cina (91%), Arabia Saudita (86%) e poi nei Paesi Bassi (85%). Gli infelici si troverebbero per la maggior parte in Polonia (58%), Corea del Sud (57%) e Ungheria (50%). E l’Italia? Secondo l’indagine, il Bel Paese non rientra tra quelli più felici al mondo: tra i 32 esaminati si colloca soltanto al 25° posto. Ma nonostante questo, il 68% dell’opinione pubblica dichiarare di essere felice. Famiglia e amici sono le fonti di felicità più sicure per la maggior parte delle persone intervistate ma c’è anche una considerevole quota che sostiene di non poter disporre del supporto dei parenti o degli amici stessi in caso di bisogno. C’è un certo pessimismo, soprattutto fra i Boomers e la Generazione X, sulla possibilità di trovare il partner giusto con cui essere felici.

I più alti livelli di felicità si registrano soprattutto in Cina (91%), Arabia Saudita (86%) e poi nei Paesi Bassi (85%). Gli infelici si troverebbero per la maggior parte in Polonia (58%), Corea del Sud (57%) e Ungheria (50%). E l’Italia? Secondo l’indagine, il Bel Paese non rientra tra quelli più felici al mondo: tra i 32 esaminati si colloca soltanto al 25° posto. Ma nonostante questo, il 68% dell’opinione pubblica dichiarare di essere felice. Famiglia e amici sono le fonti di felicità più sicure per la maggior parte delle persone intervistate ma c’è anche una considerevole quota che sostiene di non poter disporre del supporto dei parenti o degli amici stessi in caso di bisogno. C’è un certo pessimismo, soprattutto fra i Boomers e la Generazione X, sulla possibilità di trovare il partner giusto con cui essere felici.

Un trend in aumento

La felicità globale è aumentata per il secondo anno consecutivo. È di sei punti superiore a quella di un anno fa e di 10 punti superiore a quella dell’agosto 2020, pochi mesi dopo che il Covid-19 ha sconvolto la vita delle persone in tutto il mondo. L’aumento complessivo nasconde tendenze molto diverse tra le varie regioni: mentre la percentuale di persone felici dichiarate è aumentata notevolmente in America Latina, è crollata in molti Paesi occidentali. Le variazioni rispetto all’anno precedente vanno da un aumento di 26 punti in Colombia e Argentina a un calo di 13 punti in Gran Bretagna.

In media, la felicità nei Paesi a medio reddito (secondo la definizione della Banca Mondiale) ha registrato un aumento più pronunciato rispetto ai Paesi ad alto reddito. Il livello medio di felicità dei Paesi a medio reddito ha superato quello dei Paesi ad alto reddito per la prima volta da quando Ipsos ha iniziato a monitorarli nel 2011.

Di cosa siamo felici?

A livello globale, le persone si dichiarano più soddisfatte dei rapporti con gli amici e la famiglia. Al contrario, c’è insoddisfazione per via della situazione economica e politica del proprio Paese. Tra i 30 aspetti della vita, cinque dei sei principali mostrano i più alti livelli di soddisfazione e riguardano le relazioni:
1. I miei figli (se genitore) (85%)
2. Rapporto con il partner/coniuge (se ne ha uno) (84%)
3. Accesso alla natura e contatto con essa (80%)
4. Livello di istruzione (80%)
5. Rapporto con i parenti (78%)
6. Amici (78%)

Di cosa siamo infelici?

I cinque aspetti di cui gli intervistati sono meno soddisfatti sono:
1. Situazione sociale e politica del Paese (40%)
2. Situazione economica del Paese (40%)
3. La propria situazione finanziaria (57%)
4. Vita sentimentale/sessuale (63%)
5. Esercizio fisico/attività fisiche (65%)

Ancora: i cittadini dei Paesi a più alto reddito tendono a essere più soddisfatti della loro sicurezza personale, dei beni materiali e delle condizioni di vita rispetto a quelli dei Paesi a medio reddito. Questi ultimi tendono a essere più soddisfatti della loro vita religiosa, della loro salute fisica e del loro aspetto rispetto ai cittadini dei Paesi più ricchi.

Cosa rende felici?

Ipsos ha misurato la relazione tra il livello di felicità generale dichiarato da tutti gli intervistati e il livello di soddisfazione per i 30 aspetti della vita. E così, i primi cinque fattori di felicità sono, nell’ordine: sentire che la propria vita ha un significato, sentirsi in controllo della stessa, salute mentale e benessere, vita sociale e condizioni di vita.

La famiglia e gli amici sono tra le fonti di felicità più diffuse ma un adulto su cinque, non dispone di un sistema di supporto di amici o parenti su cui poter contare in situazioni difficili. A livello globale, il 72% in media afferma di avere amici o parenti su cui poter contare in caso di necessità. Gli intervistati a basso reddito, meno istruiti, non sposati e della Generazione Z hanno meno probabilità di affermare di avere accesso a reti di supporto rispetto agli intervistati a più alto reddito, più istruiti, sposati e più anziani, rispettivamente.

I risultati di questo studio sottolineano anche l’importanza degli amici e della famiglia come principale area di soddisfazione nella vita delle persone. Ma, oltre a sentire la mancanza di questi rapporti, molti ritengono che sarà sempre più difficile trovarli o mantenerli. Circa il doppio delle persone afferma che diventerà più difficile anziché più facile per i single trovare un partner romantico (43% contro 22%), per le persone trovare amici intimi (43% contro 23%) e per le coppie sposate mantenere relazioni felici (43% contro 21%). Questo pessimismo è più pronunciato tra gli intervistati Boomers e Gen X, le donne e gli intervistati non sposati, con un reddito più basso o disoccupati.

Altro elemento preso in considerazione dagli autori della ricerca, è quello della fiducia dei consumatori come misura della felicità. In ultima analisi, un ulteriore dato emerso dallo studio Ipsos è che, considerando i singoli Paesi, i livelli di felicità tendono a riflettere i livelli di fiducia dei consumatori. Infatti, confrontando la percentuale di quanti si dichiarano felici e il Consumer Confidence Index di Ipsos, nei 22 Paesi in cui sono state condotte entrambe le indagini, emerge una forte correlazione. Il Consumer Confidence Index rileva il sentiment delle persone riguardo alla propria situazione finanziaria, alla loro capacità di effettuare acquisti e investimenti e alla percezione dell’economia locale, della sicurezza del lavoro e delle opportunità future. (Agi)

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