“Giorno della memoria”, la prefettura di Catanzaro consegna le medaglie d’onore

Nella mattinata odierna, nell’ambito delle iniziative commemorative in occasione del “Giorno della Memoria” sono state consegnate dal Prefetto di Catanzaro dr.ssa Maria Teresa Cucinotta, presso la Sala del Tricolore della Prefettura di Catanzaro, le Medaglie d’ onore riservate ai “Cittadini italiani, militari e civili deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto e per I’economia di guerra“, che ii Presidente della Repubblica Italiana ha concesso a cinque cittadini, alla memoria, della provincia di Catanzaro. Alla sentita e sobria cerimonia hanno preso parte oltre ai congiunti degli insigniti che hanno ritirato la decorazione, nel numero massimo di due unità in ossequio alla normativa di sicurezza anticovid, anche i sindaci dei rispettivi comuni di residenza degli insigniti stessi. Nell’occasione il Prefetto, nel porgere il suo saluto agli astanti, ha ribadito I’ importanza del valore della memoria come memento fondante di ogni democrazia. Ha sottolineato come “il significato della Giornata della Memoria innanzitutto, quello di commemorare le vittime; ma anche e soprattutto il dovere di conoscere uno dei capitoli più bui della nostra storia e della umanità, affinché non si ripeta”. Ha proseguito evidenziando il significato della odierna celebrazione come il dovere di non dimenticare, descritto da Primo Levi con queste parole “se comprendere impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”. La Shoah, ha concluso il prefetto, “è un patrimonio morale da custodire e tramandare nel tempo, in quanto condotto attraverso un incommensurabile sofferenza ad una altrettanto incommensurabile conoscenza”. Rappresenta dunque un prezioso valore morale che dobbiamo custodire e trasmettere alle nuove generazioni affinché quegli orrori di cui oggi si rinnova la coscienza non abbiano mai a ripetersi.

Gli insigniti

Gli insigniti

Antonio Costarella

Nato a Catanzaro il 20.02.1912, dopo la ferma, è stato richiamato alle armi per esigenze di carattere eccezionale il 18.08.1939 con il grado di 2° Capo della Marina Militare. Ha partecipato alle operazioni di guerra dal 16.10.1942 al 18.07.1943. In servizio a Venezia, non avendo aderito alla RSI, è stato catturato dalle forze armate tedesche il 12.09.1943 ed internato in campi di concentramento e sottoposto a lavori forzati. Rimpatriato il 21.7.1945, è stato favorevolmente giudicato dall’apposita Commissione.
Nella vita civile è stato insegnante elementare e fiduciario della scuole elementari di Isca, dopo aver prestato il servizio di leva come marinaio, promosso Sottocapo cannoniere e congedato per fine ferma, è stato richiamato in servizio per esigenze di carattere eccezionale, ed è stato assegnato al servizio del Duca di Genova, che si trovava a Venezia. Venuta meno l’alleanza con la Germania, il Duca, per sfuggire ai tedeschi, con i suoi si è imbarcato su un cacciatorpediniere diretto da Venezia e Antonio Costarella rimasto a Venezia, e non intendendo di aderire alla RSI, fu arrestato dai tedeschi i quali lo caricarono su un treno diretto in Germania e successivamente rinchiuso nello Stalag IX C con matricola 43877. Durante la detenzione fu accusato ingiustamente di atti di sabotaggio alla produzione bellica tedesca, fu dapprima rinchiuso in prigione, e, quindi, inviato al campo di punizione di Rhomild (Turingia) per otto settimane. Liberato dalle truppe americane, veniva rimpatriato il 21.07.1945. E’ deceduto in Isca Marina il 29.05.1995.

Tommaso Madia

Nasce a Sellia ( CZ) il 12 Febbraio 1914, e svolge fin da ragazzo la professione contadino.
Ancora giovane si arruola come volontario per la guerra di Spagna dove viene attivamente impegnato come artigliere. Tornato in patria nel giugno del 1939 e posto in congedo illimitato, viene richiamato alle armi, il primo giugno 1941, a seguito dell’entrata in guerra dell’Italia , prima con il grado di Caporale e subito dopo con quello di Caporal maggiore di artiglieria. Viene assegnato alla divisione di fanteria “Regina , 35° RGP Artiglieria difesa costiera nell’isola greca di Rodi, nel Dodecanneso. Nei suoi racconti, egli parla molto dei rapporti di amicizia tra militari italiani e la popolazione locale, sempre improntati alla cordialità, tali da far passare in secondo piano il ruolo di occupanti di quelle isole. Ebbe la sorte di vivere a Rodi, insieme al fratello Antonio, che come lui si trovava sull’isola. Alla firma dell’armistizio dell’otto settembre, tutti i soldati come lui, che si opposero alla costituenda Repubblica di Salo’, furono imprigionati dai tedeschi, e deportati verso i lagers nazisti in Europa. Quasi tutti i soldati imbarcati morirono annegati, vittime di una delle più grandi tragedie del mare che la storia ricordi. Deportato in un campo di lavoro in territorio ungherese, patì la fame, il freddo e gli stenti a seguito delle condizioni disumane che venivano imposte dai tedeschi ai prigionieri, e la prigionia durò fino all’ 8 maggio 1945 . Riuscirà a ritornare a casa il 4 Settembre 1945.
E’ deceduto a Catanzaro il 3 maggio 1983.

Martino Rotella

Nasce a Settingiano il 23 agosto del 1923, il 18 gennaio 1943, viene arruolato nel 398ª Batteria Costiera da 105, con incarico di mitragliere, inquadrato nel 3° Corpo d’Armata (C.A.), successivamente nel mese di giugno 1943, il 3° C.A. passa alle dipendenze della 11ª Armata con compiti di presidio territoriale con sede del Comando a Tebe (Grecia Centrale). Dopo gli eventi dell’8 settembre 1943, partecipò attivamente alla lotta contro le preponderanti forze tedesche, presenti nel territorio, seguendo le sorti del suo reparto.
Il 12 settembre 1943 viene catturato dai tedeschi nei pressi della città di Larissa ed internato in un campo di prigionia in Germania a Sandbostel. In data 08 maggio 1945 viene liberato dagli alleati e verso la fine di agosto del 1945 rientra in Patria e dopo pochi giorni a casa. Sempre restio a parlare della prigionia, solo in rare occasioni si lasciava andare con i propri cari e raccontava episodi dei campi di concentramento. Con lo sguardo fisso nel vuoto raccontava l’esperienza della decimazione (c.d. decima – il conteggio che ogni mattina veniva effettuato all’appello e per ogni 10 prigionieri contati quest’ultimo veniva fucilato), e, tra le tante, ricordava le volte in cui era arrivato in un’occasione ottavo e, nell’altra, nono. Descriveva il patimento della fame, di come assieme ai suoi compagni rovistava tra i cassonetti della spazzatura per nutrirsi delle bucce di patate scartate dai tedeschi e delle percosse subite. Raccontava di questi episodi e, ha sempre affermato che questi rappresentassero motivo di disprezzo ed orrore della guerra. Alla fine del conflitto, rientrato dalla prigionia, in Calabria, avendo formato una famiglia propria, per migliorare la condizione economica, nei momenti di carenza occupazionale, paradossalmente si unì periodicamente al fiume di forza lavoro e diretto alla ricostruzione della Germania post bellica. Nel tempo riesce ad accantonare i soldi necessari per acquistare, un appezzamento di terreno in Settingiano, ove ha dedicato l’intera parte della sua restante esistenza. Muore il 27 ottobre 2012 nella propria abitazione in Settingiano.

Pietro Rotella

Nasce a Sellia (CZ) il 22 Agosto 1913, di professione contadino. Viene chiamato alle armi il 6 Aprile 1935 ed assegnato al 24° Rtg Fanteria per le guardie alla frontiera. Posto in congedo viene più volte richiamato, ed allo scoppio della seconda guerra mondiale, viene assegnato al 31° Rgt., 3° Battaglione di fanteria Siena.
Il 12 Febbraio 1941 viene imbarcato a Brindisi, con destinazione il fronte Greco-Albanese. Durante la traversata la nave su cui viaggia viene affondata presumibilmente dalla marina britannica. Tratto in salvo, ed arrivato finalmente al fronte, partecipa attivamente agli scontri contro l’esercito greco, sui monti dell’Epiro, in condizione climatiche proibitive, considerato l’inverno particolarmente rigido di quell’anno. Nel 1942, dopo la conquista di Creta , la sua divisione, che intanto è passata alle dipendenze del VII CORPO D’ ARMATA, viene inviata nella suddetta isola, con compiti di presidio, occupandone la parte orientale. Dopo l ‘armistizio dell’ 8 Settembre 1943, il suo reggimento viene sciolto, ed i militari come lui , che non vogliono aderire alla Repubblica di Salò, vengono catturati dai tedeschi e deportati, con delle navi carretta, verso i lagers nazisti in Europa. Qui viene internato in un campo di lavoro in territorio austriaco, subendo vessazioni, maltrattamenti ed umiliazioni continue. Trova qualche sollievo solo quando si presta ad effettuare piccoli lavori agricoli presso le fattorie del luogo, ove i proprietari lo trattano con un certo rispetto, e lo rifocillano con pasti decenti. Numerose sono le sue lettere inviate ai familiari dalla prigionia, e nonostante le sue pessime condizioni di vita, dice di stare bene e si preoccupa della salute dei suoi cari. A fine conflitto e liberato dalle truppe alleate fu rimpatriato nel 1945, dopo un lungo viaggio a raggiungere l’Italia a Verona e il 24 Agosto 1945 ed tornare così a casa l’ 11 Settembre dello stesso anno. Muore a San Pietro Magisano il 24 novembre 2003.

Giuseppe Rodolà

Nato a Cropani M. il 18 settembre 1920, fu arruolato nell’Esercito Italiano in qualità di Fante. Ha partecipato dall’ 11 al 25 giugno 1940 alle operazioni di guerra svoltesi alla frontiera alpino occidentale nel 43esimo reggimento. Dal 3 febbraio 1941 al 23 aprile 1941 ha partecipato alle operazioni di guerra svoltesi alla frontiera greco albanese con il 43 esimo Reggimento. Dal 18 novembre 1941 al 17 giugno 1943 all’8 settembre 1943 ha partecipato alle operazioni di guerra svoltasi nei Balcani con il 43 esimo Reggimento fanteria. Fu ricoverato due volte in un ospedale da campo ed il 12 settembre 1943 fu fatto prigioniero dai tedeschi fino all’8 maggio 1945, successivamente trattenuto dalle forze alleate fino al 29 agosto 1945.
Considerato come prigioniero di guerra a tutti gli effetti fu collocato in congedo illimitato e, nel 1967 gli fu conferita la Croce al Merito di Guerra. E’ deceduto in Cropani M. l’11 gennaio 2007

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