Giovane noto in città disturba la Naca, ma poi chiede scusa (VIDEO)

di Danilo Colacino – Alzi la mano chi in città non conosce il giovane ‘artista’ Giovanni Iacopino, da tutti identificato con l’affettuoso – e assai comune, del resto – diminutivo Giovannino, che, al di là di ogni altra considerazione, è a pieno titolo un ‘personaggio’ catanzarese. Nessuno, infatti, può fare a meno di accorgersi di lui, quando spesso attraversa le vie del capoluogo – in particolare del centro storico, ma non solo – intonando a squarciagola i più grandi successi della musica leggera italiana. Dei Pooh, soprattutto, ma con un repertorio molto vasto e che va ben oltre i ‘cavalli di battaglia’ del famoso quartetto con più di mezzo secolo di carriera alle spalle. E non è finita qui, perché si fa notare non soltanto per le ‘doti’ canore bensì anche per aggirarsi tra strade e vicoli del Corso munito di vistose cuffie e bacchette da batterista. Strumenti con cui accompagna le tanto improvvisate quanto singolari performance in cui, come premesso, si produce in modo reiterato. Una irrefrenabile passione, insomma, espressa in maniera quantomeno sui generis ma sostanzialmente ilare. Una manifestazione d’amore per l’arte che induce tenerezza in chiunque ormai riconosca questo volto familiare

L’incursione alla Naca. Iacopino però – come tutti coloro che, per i più disparati motivi e sulla base di qualsivoglia incentivo di sorta, cercano una tribuna o un ‘palcoscenico’ – sa di aver bisogno di tanta gente in un modo o nell’altro costretta a osservarlo. E allora decide di sfruttare la rituale processione di Catanzaro, seguita ogni anno da decine di migliaia di fedeli provenienti da ogni dove, quale favolosa e irripetibile (dal suo punto di vista, come ovvio) ‘cassa di risonanza’. Ecco allora che, imitando il miglior Gabriele Paolini del passato, si materializza alle ore 19.20 circa del Venerdì Santo in quel di Piazza Roma e come nulla fosse, molto curato e ben vestito con indosso un giubbino di renna chiaro, canta un ‘Se telefonando’ del tutto inappropriato (eufemismo!) nella circostanza. Un brano che fa evidentemente a pugni con la narrazione della Via Crucis in atto, diffuso dagli altoparlanti. Una provocazione, di sicuro non voluta per una probabile mancata ponderazione delle conseguenze effettive del gesto, che a qualche responsabile del comitato della Naca non va proprio giù tanto da allontanare in malo modo Giovannino. Un brusco strattonamento che fa insorgere gli astanti, subito mostratisi dalla parte del ragazzo malgrado la poco felice sortita di cui si è appena reso protagonista. Una solidarietà convinta, subito manifestata dagli spettatori della processione, che tuttavia ha l’effetto di motivare lo stravagante giovane facendogli decidere di continuare la sua esibizione. Un proposito da cui desiste, ci riferiscono, solo qualche tempo dopo, persuaso dall’intervento opportuno, puntuale e in particolare professionale, di alcuni appartenenti alle forze dell’ordine in servizio proprio alla Naca.

L’incursione alla Naca. Iacopino però – come tutti coloro che, per i più disparati motivi e sulla base di qualsivoglia incentivo di sorta, cercano una tribuna o un ‘palcoscenico’ – sa di aver bisogno di tanta gente in un modo o nell’altro costretta a osservarlo. E allora decide di sfruttare la rituale processione di Catanzaro, seguita ogni anno da decine di migliaia di fedeli provenienti da ogni dove, quale favolosa e irripetibile (dal suo punto di vista, come ovvio) ‘cassa di risonanza’. Ecco allora che, imitando il miglior Gabriele Paolini del passato, si materializza alle ore 19.20 circa del Venerdì Santo in quel di Piazza Roma e come nulla fosse, molto curato e ben vestito con indosso un giubbino di renna chiaro, canta un ‘Se telefonando’ del tutto inappropriato (eufemismo!) nella circostanza. Un brano che fa evidentemente a pugni con la narrazione della Via Crucis in atto, diffuso dagli altoparlanti. Una provocazione, di sicuro non voluta per una probabile mancata ponderazione delle conseguenze effettive del gesto, che a qualche responsabile del comitato della Naca non va proprio giù tanto da allontanare in malo modo Giovannino. Un brusco strattonamento che fa insorgere gli astanti, subito mostratisi dalla parte del ragazzo malgrado la poco felice sortita di cui si è appena reso protagonista. Una solidarietà convinta, subito manifestata dagli spettatori della processione, che tuttavia ha l’effetto di motivare lo stravagante giovane facendogli decidere di continuare la sua esibizione. Un proposito da cui desiste, ci riferiscono, solo qualche tempo dopo, persuaso dall’intervento opportuno, puntuale e in particolare professionale, di alcuni appartenenti alle forze dell’ordine in servizio proprio alla Naca.

Le scuse espresse con un video. Sulla bontà, e soprattutto l’inoffensività, del nostro ‘cantante’ nessun dubbio. Neppure per un istante. Ma, assistendo al video di scuse da lui girato e circolato nella giornata di ieri sui soliti social, niente perplessità anche sulla palese buonafede di uno sfortunato Iacopino che forse necessita di aiuto da parte degli organi preposti. Perché Giovannino suscita solo un’infinita tenerezza nel momento in cui ammette – con aria contrita – di essersi reso conto, dichiarandosene pentito, di aver disturbato un rito commemorativo sacro, peraltro patrimonio di storia e tradizione della Calabria intera. L’ennesima riprova della sua bontà d’animo, che va preservata e protetta.

La potenza evocativa della Via Crucis, ‘punto fermo’ della città. Se la vicenda della ‘pirotecnica uscita’ di Iacopino rappresenta un unicum, non possiamo chiudere l’articolo senza ricordare in modo tutt’altro che originale l’inestimabile valore religioso, aggregativo e culturale, dell’amata Naca di Catanzaro.

redazione Calabria 7

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