Salgono a tre i casi confermati in Italia di vaiolo delle scimmie e sono tutti in carico all’Istituto di malattie infettive Spallanzani di Roma. Al caso di ieri (LEGGI) se ne aggiungono oggi altri, confermati dalle analisi, e sono correlati al caso zero. Le tre persone contagiate “sono trattate con una terapia sintomatica allo stato sufficiente”, comunica lo Spallanzani spiegando che “presso l’Istituto sono disponibili, comunque, farmaci antivirali che potrebbero essere impiegati in via sperimentale qualora si rendesse necessaria una terapia specifica”. L’Iss ha costituito una task force composta da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale.
Livello di diffusione
Livello di diffusione
Rispetto al vaiolo delle scimmie ed ai casi segnalati in Europa e anche in Italia “aspettiamo di capire meglio il livello di diffusione dell’infezione e la possibilità di contagio a livello umano, ma quello che sicuramente sappiamo è che una larga fascia di popolazione non è comunque protetta da questo virus dal momento che la vaccinazione antivaiolo è stata eliminata dal 1981″. Lo rileva all’Ansa il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, sottolineando comunque come in Italia non ci sia una situazione di allarme. I soggetti vaccinati contro il vaiolo, spiega, “risultano infatti protetti anche dal vaiolo delle scimmie e si tratta di una protezione a lungo termine. Dunque, i più anziani lo sono. Ma, la fascia dei più giovani, non è coperta non essendo stata vaccinata”.
Campagna di vaccinazione
“Ad ogni modo – prosegue Anelli – “è ancora presto per parlare di una eventuale campagna di vaccinazione mirata, ed è prudente aspettare di avere dati più precisi e completi prima di prendere una decisione in merito”. Essendo però proprio i più giovani coloro che avrebbero un maggior rischio di infezione, Anelli rinnova l’invito alla prudenza soprattutto rispetto ai contatti stretti e sessuali, dal momento che il virus si trasmette attraverso saliva e scambio di liquidi corporei, “rispettando le misure igieniche di carattere generale”. Al momento, ribadisce il presidente Fnomceo, “non c’è un quadro di allarme ma il livello di attenzione dei medici è alto, come è giusto accada in queste circostanze”. La situazione “è sotto attenta osservazione e sulla base dei dati e dell’evoluzione nel livello di diffusione del virus, si potrebbe valutare l’opzione vaccinale, che ad ora non è prevista”.
“Massima attenzione”
“Teniamo alto il livello di attenzione grazie alla nostra rete di sorveglianza europea e nazionale”. E’ quanto ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza. “Massima attenzione, ma nessun allarme eccessivo” fa sapere il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. “La raccomandazione – rileva – è quella di rivolgersi al medico di fiducia nel caso in cui si avvertano i sintomi specifici di questa malattia, ed in particolare la comparsa sulla pelle di vescicole tondeggianti, specie se accompagnate da dolori muscolari, febbre o cefalea”.
La trasmissione del virus
La trasmissione, fa sapere lo Spallanzani, “può avvenire attraverso le goccioline di saliva e il contatto con le lesioni o i liquidi biologici infetti”. “Attualmente la situazione è sotto controllo e in questo momento in Italia non abbiamo una situazione di allerta in relazione ai casi segnalati di vaiolo delle scimmie.Raccomandiamo però prudenza nei contatti stretti o sessuali che presuppongano uno scambio di fluidi corporei,soprattutto se sono presenti lesioni cutanee o sintomi febbrili”. Lo afferma Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità. L’Istituto, sottolinea, “ha messo in allerta le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare la situazione nazionale”.
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