di Gabriella Passariello- Tre a giudizio e un patteggiamento. Il gup del Tribunale di Catanzaro Claudio Paris, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Graziella Viscomi ha mandato a processo tre dei quattro imputati, coinvolti nell’inchiesta “Lucciole e Lanterne”, scattata a marzo dello scorso anno in esecuzione di due misure cautelari agli arresti domiciliari e di una all’obbligo di dimora. Si tratta di Francesco Bagnato, ex assistente capo della Questura di Catanzaro, Giuseppe Borelli, titolare di un agriturismo in Borda di Sersale, all’interno del quale veniva esercitata la prostituzione e Bruno Dolce, con il compito di procacciare clienti dietro compenso economico anche con annunci sul web, mentre Antonio Fratto, (difeso dall’avvocato Domenico Cortese), titolare di un laboratorio odontotecnico a Settingiano, ha patteggiato la pena ad un anno e 4 mesi. Il processo per i tre imputati inizierà davanti ai giudici del Tribunale collegiale di Catanzaro il prossimo 12 aprile e nel corso del dibattimento gli avvocati difensori Arturo Bova, Antonio Ludovico e Antonio Lomonaco proveranno a smontare le ipotesi di accusa.
Favoreggiamento e sfruttamento alla prostituzione
Favoreggiamento e sfruttamento alla prostituzione
Secondo le ipotesi di accusa Francesco Bagnato, assistente capo della Questura di Catanzaro, è coinvolto in prima persona nell’organizzazione dedita al favoreggiamento e allo sfruttamento di prostituzione di donne di diversa nazionalità nel Catanzarese. Accompagna in prima persona i clienti dalle lucciole, pretendendo una percentuale sulla prestazione eseguita. E’ lui a contribuire al sostentamento delle ragazze, si adopera per reperire alloggi idonei alle giovani prostitute per lo svolgimento della loro attività di meretricio.
Il professionista insospettabile
C’è anche l’insospettabile professionista Antonio Fratto, con il ruolo, sempre secondo le ipotesi accusatorie, di favorire la prostituzione per finalità di lucro, titolare di un laboratorio odontotecnico a Settingiano, utilizzato per il meretricio. Dalle intercettazioni risulta che Francesco Bagnato, noto all’ambiente degli “scambisti” con il nome di Antonio, viene contattato dai clienti dopo aver pubblicato su siti d’incontri (Bakeka) il suo numero di telefono. Si dimostra disponibile a prestazioni allargate tra lui, il cliente e la prostituta, nonostante il cliente quasi sempre preferisce avere rapporti singoli con la lucciola, a cui chiede la percentuale. Bagnato indica un prezzo, di 50, 70, 100 euro a seconda del tipo di prestazioni richieste e il luogo dove poter incontrare la prostituta. Da altre conversazioni si evince come utilizzi appartamenti a Soverato, Gizzeria e Catanzaro, le cui chiavi sono a disposizione delle lucciole, che una volta terminato il loro “lavoro” vanno via e lasciano nell’appartamento il denaro destinato al poliziotto. “Non può non rilevarsi – scrive il gip nel provvedimento – come Francesco Bagnato, poliziotto in servizio alla Questura di Catanzaro e il dentista Antonio Fratto, abbiano organizzato, congiuntamente e disgiuntamente, in modo professionale e parallelo rispetto alle proprie attività lavorative, lo sfruttamento della prostituzione di donne bisognose di guadagni”.