“Né in denuncia, né nell’informativa dei carabinieri emergono frasi o comportamenti lesivi dell’altrui reputazione professionale”. La Procura di Catanzaro chiede al gip di archiviare l’inchiesta su una delibera “offensiva” che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati della Giunta comunale di Soverato. Si tratta del primo cittadino Ernesto Francesco Alecci, del suo vice Pietro Matacera, e degli assessori Rosaria Fazzari, Daniele Vacca e Rosalia Pezzaniti, nei confronti dei quali si ipotizza il reato di diffamazione. Le indagini sono scattate in seguito alla querela dell’ingegnere Pasquale Luzzo, aggiudicatario del servizio di attività di monitoraggio e rendicontazione del piano di intervento infanzia e anziani al Comune di Soverato, nella quale viene denunciato il contenuto diffamatorio del verbale di delibera della Giunta comunale di Soverato, numero 44 del 17 febbraio 2017. In base alla delibera, gli accertamenti espletati dal responsabile del terzo settore Sara Fazzari alla Prefettura di Catanzaro avrebbero consentito di verificare “che la figura professionale identificata non ha correttamente adempiuto agli obblighi contrattuali sottoscritti con l’Ente e relativi all’attività di inserimento digitale delle piattaforme web Sana e Sgp ministeriali della documentazione richiesta per le attività di monitoraggio e rendicontazione”. Una delibera successiva, tra l’altro, alla richiesta di chiarimenti via pec inoltrata dal Comune di Soverato all’ingegnere Luzzo.
Reato infondato. Per la Procura di Catanzaro le esternazioni della Giunta non “appaiono, tantomeno gratuitamente, inclini a ledere la reputazione professionale del querelante, tanto più che è stato invitato tramite pec a chiarire le ragioni del mancato inserimento dei dati del Comune sulle piattaforme informatiche”. In sostanza per il magistrato mancano elementi da cui si possa evincere la volontà di ledere l’altrui reputazione e il contenuto della disposizione “appare compatibilmente veicolata dalle forme linguistiche”. Per la Procura il reato è infondato per l’inesistenza di elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio.
Reato infondato. Per la Procura di Catanzaro le esternazioni della Giunta non “appaiono, tantomeno gratuitamente, inclini a ledere la reputazione professionale del querelante, tanto più che è stato invitato tramite pec a chiarire le ragioni del mancato inserimento dei dati del Comune sulle piattaforme informatiche”. In sostanza per il magistrato mancano elementi da cui si possa evincere la volontà di ledere l’altrui reputazione e il contenuto della disposizione “appare compatibilmente veicolata dalle forme linguistiche”. Per la Procura il reato è infondato per l’inesistenza di elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio.
L’opposizione. Ma la parte offesa non ci sta alla chiusura del caso e ha proposto opposizione alla richiesta di archiviazione, invocando un supplemento di indagini. Adesso la parola passa al gip del Tribunale di Catanzaro, che ha fissato la camera di consiglio a porte chiuse per il 18 luglio, giorno in cui l’avvocato Domenico Calabretta, difensore della Giunta Alecci, nel faccia a faccia con la parte offesa tenterà di smontare le contestazioni del querelante. (g. p.)