Di Rita Tulelli
Gli adolescenti, secondo numerosi psicologi, sociologi e pediatri, soffrono di una fragilità molto pericolosa perché cercano sempre più sostegno nell’alcol, nel fumo, nell’uso di droghe anche se leggere. Le conseguenze sono un crescente numero di patologie e in alcuni casi persino il suicidio, La conclusione è che necessiterebbero di molta più attenzione sia da parte delle famiglie sia da parte delle istituzioni locali. Le paure dei giovani sono state oggetto di un sondaggio svolto in tutta la penisola in una fascia di età che va dai 16 ai 32 anni. Anche in questa occasione il dito è puntato contro l’insicurezza e la paura della solitudine. Frutti evidenti di una società che non solo a livello italiano ma planetario, fa “letteralmente” paura. Si registra un calo delle denunce a carico di minorenni, tali denunce riguardano per lo più ladruncoli anche se non mancano casi di bullismo o di violenza di “branco”. Alta, invece, la percentuale delle denunce per uso di droga. Sono del parere che di fronte a queste ferite primarie il primo strumento da offrire è la presenza di un forte riferimento adulto integrativo di quello familiare spesso carente, assente o disturbato. Esso sarà tanto più efficace quanto più capace di autorevolezza attraverso atteggiamenti e modi relazionali caldi, fermi, ma anche democratici e fondati sulla definizione chiara di sé e dell’altro.
Gli adolescenti, secondo numerosi psicologi, sociologi e pediatri, soffrono di una fragilità molto pericolosa perché cercano sempre più sostegno nell’alcol, nel fumo, nell’uso di droghe anche se leggere. Le conseguenze sono un crescente numero di patologie e in alcuni casi persino il suicidio, La conclusione è che necessiterebbero di molta più attenzione sia da parte delle famiglie sia da parte delle istituzioni locali. Le paure dei giovani sono state oggetto di un sondaggio svolto in tutta la penisola in una fascia di età che va dai 16 ai 32 anni. Anche in questa occasione il dito è puntato contro l’insicurezza e la paura della solitudine. Frutti evidenti di una società che non solo a livello italiano ma planetario, fa “letteralmente” paura. Si registra un calo delle denunce a carico di minorenni, tali denunce riguardano per lo più ladruncoli anche se non mancano casi di bullismo o di violenza di “branco”. Alta, invece, la percentuale delle denunce per uso di droga. Sono del parere che di fronte a queste ferite primarie il primo strumento da offrire è la presenza di un forte riferimento adulto integrativo di quello familiare spesso carente, assente o disturbato. Esso sarà tanto più efficace quanto più capace di autorevolezza attraverso atteggiamenti e modi relazionali caldi, fermi, ma anche democratici e fondati sulla definizione chiara di sé e dell’altro.
Questa base relazionale è tutt’altro che secondaria negli interventi di prevenzione soprattutto per la possibilità che essa offre a questi ragazzi deprivati di riferimenti adulti positivi di conoscere e godere forse per la prima volta nella propria vita di questi riferimenti. Gli adulti di cui parlo sono persone prossime a questi adolescenti per parentela (zii, nonni, fratelli maggiori, ecc.) o per svolgimento della loro funzione educativa (insegnanti, sacerdoti, operatori sociali, ecc.). La loro presenza è capace sia per il carisma che portano, sia anche attraverso un incremento della qualità e quantità delle relazioni interpersonali che essi promuovono di aprire o riaprire a questi adolescenti l’orizzonte dei sé possibili. In questo senso il contributo dato dalla semplice presenza adulta positiva, incisiva e significativa in termini di sostegno concreto alla crescita può non fermarsi qui ed avvalersi anche della collaborazione dei pari. Ciò può avvenire con relativa facilità nella scuola e in altri centri di socializzazione. I pari meno problematici coinvolti in questi interventi devono essere resi consapevoli di questa finalità affidata al loro gruppo attraverso una precedente opera di selezione formazione ed addestramento alla crescita personale ed alla relazione d’aiuto. Così nell’educazione e nella prevenzione diretta a questi adolescenti più difficili si affiancano con ruoli diversi il lavoro svolto dal tutor adulto e quello dei pari..