Gli investigatori da tempo stavano indagando sugli affari dei fratelli Vrenna per acquisire prove relative al controllo diretto e indiretto delle attività economiche presenti nell’area del Crotonese con diramazioni al Nord di Italia e in Bulgaria, focalizzando l’attenzione sul monopolio della raccolta e smaltimento dei rifiuti. E gli uomini del Noe per vederci chiaro nel 2017 avanzano richiesta alla Dda di Catanzaro, che a sua volta l’ha proposta al gip, di prorogare le intercettazioni sul cellulare intestato alla società Sovreco con sede a Crotone e usato da Giovanni Vrenna, detto Gianni. E’ quanto emerge nell’informativa del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri e confluita agli atti dell’operazione antimafia “Glicine”, informativa nella quale vengono puntati i riflettori anche sul fratello Raffaele Vrenna, acquisendo, quelli che gli investigatori definiscono utili elementi investigativi. I carabinieri accertano che l’ex patron del Crotone Calcio, appare una persona cauta, scaltra, astuta: evita dialoghi telefonici con i propri interlocutori, rimandando le conversazioni e gli incontri de visu, come nel caso della conversazione registrata il 28 novembre 2016, in cui lui dice al proprio interlocutore di rinviare il dialogo tramite Skype per precauzione.
Le fatture non registrate alla Sovreco e gli affari poco chiari di Giovanni Vrenna
Le fatture non registrate alla Sovreco e gli affari poco chiari di Giovanni Vrenna
Ottenuta la proroga sulle intercettazioni, i carabinieri ascoltano un colloquio in cui il 14 ottobre 2017 Raffaele Vrenna contatta Vincenzo Calfa, amministratore unico della Sovreco, per sgridarlo: “non hai mai fatto la nota di credito, hai sbagliato le cinque fatture di Sovreco non registrate, ma sono tutti movimenti che a me non piacciono”, aggiungendo che per gli errori fatti lo avrebbe mandato in galera: “tu sei amministratore là… sei l’amministratore della Sovreco, mi devi fare il cazzo del favore, mi devi fare i conteggi, ok? Come amministratore della Sovreco, perché se no vi faccio saltare, vi faccio andare in galera a tutti qua”. Nel corso di una riunione uno dei nipoti riferisce allo zio Raffaele: “mi devi fare parlare però… allora noi con gli accordi di mio padre… (Giovanni ndr) ce ne ha tenuto fuori, perché ha detto che preferisce salvaguardare l’azienda… gli altri accordi, se ha preso accordi … non lo so, io non li conosco, perché sono viaggi che si è fatto lui, sono cose che non mi dice, perché mi sta tenendo fuori da questo punto di vita”. Le affermazioni di uno dei figli di Giovanni Vrenna fanno ipotizzare, secondo gli investigatori, che il padre, detto Gianni, abbia concluso patti di dubbia moralità con la criminalità organizzata. Ad avvalorare questa tesi le successive parole di Raffaele Vrenna “e non bisogna nemmeno dirlo, nemmeno davanti a quattro persone… quello che stai facendo… tuo padre non ha preso accordi con nessuno… “. Nella seconda parte della conversazione alcune persone discutono di una ditta che tratta combustibile derivato dai rifiuti e che a loro dire effettua la “sterilizzazione”. Si tratta di un’azienda il cui coniuge dell’amministratore unico risulta coinvolto in reati legati allo smaltimento di rifiuti e alla truffa, più volte in contatto con Giovanni Vrenna per sapere il costo della sterilizzazione e il suo interlocutore replica: “dobbiamo parlarne di persona”, facendo chiaramente intendere di volere evitare eventuali intercettazioni da parte delle Forze di polizia.
“L’altra volta mi ha fatto mandare in azienda un delinquente”
Nonostante le difficoltà riscontrate nello spiare le mosse dell’ex patron del Crotone Calcio, i militari del Noe il 9 aprile 2017 intercettano con l’ambientale una conversazione avvenuta in auto tra lo stesso Raffaele Vrenna e altri due interlocutori, nel corso della quale si discute dell’accordo di Raffaele di cedere la società del Crotone Calcio al fratello Giovanni, manifestando le sue rimostranze: “L’altra volta mi ha fatto arrivare ad uno… un delinquente … quello che gli guarda il parcheggio no?… Per un posto di fatica, ma tu tieni uno là che è collegato, che è un lofio, lo fai venire in azienda da me? Il 20 settembre 2017 Raffaele Vrenna discute di investimenti economici nel campo alberghiero, sostenendo che l’anno precedente a Praialonga ha fatturato 600mila euro con 15 camere, il tutto riferito all’acquisto del Blu 70 a Copanello e successivamente menziona la Tavernetta di Nicolino Grande Aracri, luogo dei summit di ‘ndrangheta, asserendo l’esistenza di intercettazioni sulla sua persona.
L’ispettore amico di Vrenna e i consigli dell’ex arbitro per avvicinare i colleghi
Siamo nel mese di luglio del 2017, uno dei figli di Giovanni Vrenna viene fermato e controllato dagli agenti della polizia di Stato Marittima di Crotone a bordo della propria moto d’acqua. A seguito del controllo, il figlio chiede l’intermediazione di un ispettore della Polizia di Crotone per capire chi siano gli agenti accertatori “ ero arrivato a casa.. sti pezzi di merda… sti faccia e cazz….”. Una vicenda risolta senza la compilazione di verbali e denunce. Dopo un mese si ripete un analogo episodio, il giovane contatta l’ispettore e gli racconta di essere stato fermato per un controllo stradale da una pattuglia della Polizia: “mi stanno facendo il verbale” e l’ispettore chiede ulteriori indicazioni per cercare di identificare gli agenti operanti. Qualche giorno prima il ragazzo riceve una telefonata da parte di una persona molto conosciuta nel mondo calcistico, ex amministratore unico di una società, che aveva debuttato in serie A nel 1977 terminando la carriera nel 1991. Si tratta di un ex arbitro internazionale, entrato poi nella commissione impianti sportivi della Figc, pronto, dall’alto della sua esperienza a dare consigli su come diventare amico degli arbitri: “in quella maniera qualche cosa in più si ottiene… capito io ti devo spiegare come se… quello che si fa prima e dopo la partita ci dobbiamo vedere…”. L’interlocutore che vanta conoscenze nella cerchia arbitrale gli fornisce spiegazioni su come accattivarsi le loro simpatie: “… bisogna che ti parlo un po’ prima su come… perché per dire… quello di domenica ti può ricapitare tra quattro cinque domeniche … quindi… anche se ti ha dato rigore contro… però poi gli dici una parolina, ti ricapita… poi pure un’altra cosa… tutte le società fanno un omaggio agli arbitri… voi che cosa gli regalate? Hai capito ci dobbiamo pre informare… per dire vedi fanno una borsa tu hai la.. come si chiama… borse con dentro… la maglietta l’accappatoio… hai capito per loro sono tutte cose.. come si dice… domenica tu hai pagato 5mila euro di multa lo sai no, è noi dobbiamo cercare di evitare che scrivano per farti pagare multe, devi risparmiare su tutto … domani ci dobbiamo vedere, ti devo parlare dai ”.
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