di Gabriella Passariello- Il patto era quello di assicurarsi un interlocutore privilegiato che potesse garantire accesso facile agli appalti, nei ministeri, in enti pubblici nazionali e albanesi, per ottenere in cambio un cospicuo pacchetto di voti e una “mazzetta” sui lavori trovati. Da un lato l’imprenditore Antonio Gallo, espressione delle ‘ndrine Trapasso e Bagnato, sotto l’ala protrettrice della cosca Ferrazzo di Mesoraca e di altre organizzazioni criminali riunite nel nome della locale di ‘ndrangheta di Cirò e il reggino Antonio Pirrello che avrebbero fatto confluire sul politico lametino il bacino di voti dell’ex senatore di Reggio Calabria Antonio Caridi, (uomo di fiducia di Gallo e suo testimone di nozze), dall’altro Franco Talarico che si sarebbe impegnato ad assicurare direttamente o tramite il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa, “entrature” per soddisfare gli interessi dei propri grandi elettori con l’ulteriore previsione di una percentuale del 5% per ogni appalto, gara o fornitura accaparrata da Gallo con la mediazione di Lorenzo Cesa con il quale erano già stati avviati proficui rapporti sin dal luglio 2017. E’ quanto emerge dagli ulteriori atti confluiti dopo l’avviso di conclusione delle indagini nell’inchiesta della Dda “Basso Profilo”.
“Ti diamo tutta la mano del mondo”
“Ti diamo tutta la mano del mondo”
Gallo e il reggino Antonino Pirrello sin da subito mettono in chiaro con Talarico i termini del loro appoggio elettorale: “… noi ti diamo… tutta la mano del mondo… due (mani ndr).. soldi non ce ne servono… che ne abbiamo… grazie a Dio lavoriamo… però ci serve un referente.. un punto di riferimento …” . Talarico fa presente che lui una volta eletto avrebbe avuto l’immunità e quindi eventuali problemi sarebbero stati solo paventabili per Gallo e Pirrello (alludendo allo scambio di voti politico mafioso ndr). Il 17 gennaio 2018 Gallo e Pirrello si incontravano a Roma con Natale Errigo uno dei principali protagonisti della campagna elettorale effettuata nel quartiere Archi di Reggio, roccaforte della cosca De Stefano. Errigo manifesta loro quel che si aspetta da Talarico: “Allora io ti dico subito quelle che sono le mie necessità… io non ho nessuno (inteso verosimilmente come candidato di riferimento)… una persona qua ci fa comodo Antonio … ci fa comodo in tutto…a te, ma anche a me … a tutti fa comodo avere una… ho necessità di avere un punto di riferimento… perché ti dico subito che cosa mi dovrebbe dare Franco Talarico qua… un incarico in un organismo di vigilanza… di una società, che è compatibile … ho tutti i requisiti… 8mila… 9mila euro all’anno.
“Vedi che se vinci e ti dimentichi ammazzano me”
Poi a proposito delle sue potenzialità di voto, Errigo continua la conversazione riferendo: “Che voti ho? Tutta la mia famiglia Antonio… Gli amici stretti… ad Archi… capito che ti voglio dire? Io scendo due giorni prima pure… per andare a raccogliere un po’ di voti… la gente mi sta chiamando “Natale a chi dobbiamo votare”… sabato mattina prima di andare a votare andiamo da Franco Talarico… io posso garantirti … e ti dico pure i nomi delle sezioni… Ad Archi…. Dove io non parlo né di 100 né di 500 .. la mia famiglia, ci muoviamo sempre in trenta, quaranta… onestamente poi possiamo stare qui a dirci tutto quello che vogliamo”. Talarico, per la Dda, sapeva che le persone cui si era rivolto Gallo erano molto esigenti e anche pericolose. Gallo, tra l’altro era stato caricato di responsabilità, tant’è che riferisce ad Errigo: “io gli ho detto (a Franco Talarico ndr) vedi che io mi sto esponendo a Reggio… non vedere che vinci e ti dimentichi … che prendono e ammazzano me… chiaro…”. La pretesa di Errigo è quella di avere un incarico di prestigio e di potersi presentare a terzi di suo interesse a nome di Talarico.
Il fatturato in aumento in piena pandemia
Antonio Gallo in pieno periodo di recessione da pandemia da Covid 19 si è ritrovato un fatturato aziendale in crescita grazie al fatto di essere già collocato sul mercato con l’importazione e la distribuzione di dispositivi Dpi (dispositivi di protezione individuale). Ha potuto contare sul credito vantato nei confronti di Francesco Talarico, nominato nel frattempo assessore regionale al Bilancio, sfruttando le “entrature” che il politico lametino ha promesso di stabilire per i suoi supporters, onorando quel patto basato su un do ut des. Solo in Calabria l’imprenditore Gallo, da inizio pandemia, ha potuto sfruttare le richieste dell’Università della Calabria di Rende e dell’azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro, grazie agli affidamenti diretti motivati dall’emergenza da Covid 19. E Talarico nonostante il mancato conseguimento di un seggio in Parlamento alle elezioni politiche del 2018 ha ottenuto un sorprendente consenso nel collegio di Reggio Calabria, aggiudicandosi 44.480 voti, nominato poi assessore al bilancio nella Giunta guidata dall’allora presidente Jole Santelli.
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